È importante che i Paesi del G7, sia a livello collettivo sia individuale, prevedano azioni concrete e dedicate a far fronte alle disuguaglianze di genere, sia a livello globale sia all’interno dei rispettivi confini geografici. L’Italia dovrebbe promuovere 2 grandi temi assenti nella scorsa agenda: lotta all’ingiustizia economica e alla violenza sulle donne. Sarà necessario inoltre assicurare che all’interno del tema dell’empowerment economico sia data importanza alla questione della riduzione e della ridistribuzione del lavoro di cura che grava in maniera sproporzionata sulle donne.
Questo dovrà essere previsto anche attraverso misure da adottare all’interno dei propri confini geografici: si tratta d’altronde di una sfida che riguarda i Paesi G7 da vicino e proprio l’Italia è il Paese che presenta un quadro peggiore in termini di disuguaglianze nel tempo dedicato al lavoro retribuito e non retribuito.
Come prevenzione alla violenza contro le donne, invitando gli altri Paesi europei partecipanti al Summit (Germania e Regno Unito) e quelli non appartenenti al Consiglio d’Europa (Giappone, Canada e USA) per ratificare la Convenzione.
Promuovere un’iniziativa co-finanziata dai Paesi G7 e focalizzata sul lavoro di cura.
Bisogna creare obiettivi comuni ai Paesi G7 per far fronte all’iniqua ripartizione del carico di cura tra donne e uomini e tra istituzioni e famiglie all’interno dei propri confini geografici.