L’abbandono scolastico in Italia è una piaga che ruba il futuro ai giovani: questi sono i numeri di un’emergenza da fermare subito.

Abbandono scolastico in Italia: giovani senza futuro

By ActionAid

May 03, 2016

Sapere significa poter scegliere. Sapere significa sperare di costruirsi un futuro migliore. Per molti giovani non sarà così. Perché l’Italia ha uno dei più alti tassi di abbandono scolastico dell’area Ocse. E le cause sono diverse.

Le statistiche

Tra i Paesi dell’area Ocse, l’Italia può vantare un primato poco invidiabile: è l’ultimo Paese per istruzione dei giovani. La media nazionale, infatti, è del 52,8 per cento contro la media degli altri Paesi Ocse che si attesta sul 73,7 per cento. Più nello specifico:

Anche l’abbandono scolastico è molto diffuso: in Italia, il 17,75 per cento dei giovani under 25 ha abbandonato la scuola prima di aver terminato le superiori e non sta proseguendo con nessun tipo di istruzione. Nell’area Ocse, solo la Spagna (23,21 per cento) ha un tasso di abbandono scolastico maggiore di quello italiano.

Cause e conseguenze

Le cause che portano all’abbandono scolastico sono diverse. Alcune le abbiamo già viste, ovvero mancanza di strutture adeguate. I ragazzi che provengono da famiglie svantaggiate o con uno scarso livello d’istruzione hanno maggiore probabilità di abbandonare la scuola. Lo stesso discorso vale per chi è nato in situazioni sociali difficili. Infine, bisogna considerare le motivazioni individuali (come l’ansia) e il totale disinteresse nell’istruzione. Per quanto riguarda le conseguenze, lo abbiamo detto all’inizio: non avere un adeguato livello d’istruzione significa precludersi qualsiasi possibilità di costruirsi un futuro migliore, con delle pesanti ricadute per quanto riguarda l’inserimento sociale e lavorativo della persona.

Dove il problema è più grave

L’abbandono scolastico è un problema che riguarda tutta la Penisola. Ma tre aree ne sono particolarmente colpite:

Cosa possiamo fare

L’abbandono scolastico è una delle cause della povertà in Italia. Ma si tratta anche di un problema che possiamo affrontare. Come?

Dati: OCSE (2015)