Sconfiggere la fame come primo passo per agire sulle cause delle migrazioni.

G7 Agricoltura

By ActionAid

November 24, 2017

In occasione della Giornata mondiale dell’alimentazione, ActionAid condivide l’appello fatto da Papa Francesco durante le celebrazioni per il World Food Day alla FAO, ad andare oltre le emergenze per affrontare fame e denutrizione, causate da conflitti e cambiamenti climatici e ad affrontare il legame fra fame e migrazioni forzate andando alla radice del problema. Serve un patto mondiale per una migrazione sicura, regolare e ordinata.

Gli ultimi dati della FAO segnalano un aumento nel numero di affamati a livello globale, passati da 795 milioni nel 2015 a 815 milioni del 2016. Alla base di questo aumento ci sono i violenti conflitti e gli shock climatici, fattore quest’ultimo sempre più determinante sull’ insicurezza alimentare e le migrazioni forzate. Senza un radicale cambio di paradigma delle politiche alimentari non sarà, tuttavia, possibile liberare il mondo da fame e malnutrizione che colpisce in particolare i piccoli agricoltori, responsabili della produzione dell’80% del cibo a livello globale. Uomini e donne costretti ogni giorno a combattere con il mancato accesso al credito, al mercato e alla formazione.

Come sottolineato da ActionAid nel rapporto Migrazioni, sicurezza alimentare e politiche di cooperazione, la sicurezza alimentare e lo sviluppo agricolo e rurale possono svolgere un ruolo chiave sulle cause profonde delle migrazioni. A loro volta, le migrazioni possono costituire un pilastro fondamentale nella costruzione di sistemi alimentari sostenibili e nello sviluppo inclusivo.

Al fine di promuovere equità e sostenibilità nei sistemi alimentari e massimizzare l’impatto positivo delle migrazioni su di essi è necessario:

ActionAid raccomanda, infine, alle Istituzioni europee e al Governo italiano di promuovere una narrazione positiva delle migrazioni, riaffermando in primis il rispetto della dignità e dei diritti umani, attraverso la netta distinzione fra le politiche di controllo migratorio e i programmi di cooperazione internazionale che devono essere orientati alla riduzione e allo sradicamento della povertà nel medio‐lungo termine.

Le politiche migratorie devono essere dunque coerenti con le politiche di sviluppo, contrastando l’approccio securitario al fenomeno della mobilità umana.

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