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In Europa, nel 2020, il numero di NEET, ovvero persone che né studiano né lavorano, è aumentato, con una prevalenza maggiore tra le giovani donne. L’Italia detiene il primato con oltre 2 milioni di NEET e un differenziale di genere considerevole: è inattivo il 25% delle ragazze, contro il 21,3% dei ragazzi (ISTAT, 2021). L’utilizzo della tecnologia può essere uno strumento per intercettare le ragazze e i ragazzi in difficoltà e rispondere ai loro bisogni attraverso l’attivazione di percorsi di empowerment. La tecnologia, a volte, può anche essere anche un ostacolo alla partecipazione, soprattutto se si considerano le specificità e le forme multiple e intersecanti di discriminazione e oppressione che modellano le identità e le esperienze di vita delle singole persone e, in particolare, delle ragazze. Spesso poi la relazione tra nuove tecnologie e giovani viene semplificata attraverso retoriche dai toni allarmistici o, al contrario, celebrativi. In questo dibattito, lo spazio dedicato alle competenze utili per vivere all’interno della società contemporanea spesso si esaurisce nella necessità di acquisire competenze perlopiù di tipo tecnologico. Per garantire la possibilità di vivere in modo attivo nella società dell’informazione, invece, è necessario sviluppare e potenziare la così detta Digital Literacy, un set di competenze che affianca alle capacità tecniche, un approccio critico in grado di riconoscere la complessità del panorama comunicativo contemporaneo e il ruolo dei media nella vita quotidiana (Scarcelli e Stella 2017). In questo contesto è altrettanto necessario acquisire competenze che permettono di riconoscere ed evitare possibili forme di violenza di genere online.
La ricercatrice o il ricercatore avrà il compito di realizzare una ricerca per raccogliere informazioni e dati sul rapporto tra giovani e tecnologia in prospettiva intersezionale, prestando particolare attenzione alle differenze di genere, ai rischi della violenza online di genere e, quindi, al gender gap registrato in ambito tecnologico. Specificatamente, la ricerca intende indagare le percezioni di ragazzə sui rischi e le opportunità delle tecnologie e dei social quale strumento di empowerment e di inclusione o esclusione dalla sfera pubblica, attraverso il coinvolgimento di un campione di circa 500 ragazzə, tra i 16 e i 29 anni, in condizioni di vulnerabilità sociale.
Le principali domande a cui la ricerca intende rispondere sono:
1. Qual è la percezione delle ragazze e dei ragazzi rispetto alla violenza online? Quanto si scosta dalle definizioni ufficiali?
2. Qual è l’impatto della violenza online sulle loro vite personali e pubbliche?
3. Quali sono le strategie che mettono in atto le/i giovani quando sono testimoni o protagonisti di episodi di violenza online?
4. Quali soluzioni propongono per prevenire e contrastare la violenza online?
La ricerca è parte delle attività del progetto “Tecnologie per l’empowerment economico e sociale giovanile”, finanziato dalla Fondazione Vodafone Italia e coordinato da ActionAid. Il progetto intende promuovere percorsi di empowerment socio-economico per ragazzə 16-29 in condizioni di vulnerabilità sociale attraverso l’utilizzo consapevole delle tecnologie. Le attività verranno implementate in cinque città italiane: Milano, Torino, Palermo, Agrigento e Lecce.
1. Cartella contenente i documenti consultati e prodotti nell’ambito della ricerca
2. Report di ricerca di circa 20-30 pagine
La collaborazione avrà la durata di 9 mesi, da giugno 2022 a marzo 2023, e prevede il seguente calendario di scadenze per la consegna del lavoro:
Il compenso sarà stabilito sulla base della migliore offerta tecnica ed economica ricevuta.
Inviare CV, proposta tecnico-operativa completa di timeline e offerta economica e riferimenti delle ricerche realizzate a [email protected] entro il 24 maggio 2022.
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