🍪 Policy

Questo sito utilizza cookie tecnici per migliorare la tua navigazione e cookie di analisi statistica di terze parti. I cookie di analisi possono essere trattati per fini non tecnici da terze parti.

Se accetti di navigare in questo sito, acconsenti all’uso di tutti i cookie e, in particolare, per permetterci di usare cookie di profilazione per aggiornarti sulle nostre attività in maniera personalizzata.

Se vuoi saperne di più Clicca qui.

Brian | ActionAid Brian | ActionAid

Brian

È dura quando passi così tanti anni a nascondere chi sei.

“È dura quando passi così tanti anni a nascondere chi sei”.

Brian ha 25 anni, è ugandese, ma qualche anno fa è fuggito in Kenya per via della sua omosessualità. Le difficoltà nella vita quotidiana purtroppo sono le stesse, ma – a differenza che in Uganda – in Kenya non era illegale essere omosessuali.

Non è semplice per lui raccontare la sua storia, ma ha deciso di farlo perché da piccolo avrebbe voluto sapere di non essere solo.

“Sentivo cosa dicevano nel mio villaggio sugli omosessuali e speravo di non essere uno di loro, quando in quinta elementare ho percepito di sentirmi diverso dai miei compagni. Ho pregato tanto che passasse. Ma non è successo, non si trattava di una sensazione temporanea.  

Così qualche anno dopo sono scappato di casa e mi sono trasferito con alcuni amici. In famiglia mi guardavano come se non fossi più lo stesso, come se non fossi neanche un essere umano”.

Le cose per Brian sono peggiorate nel 2014, quando ha partecipato al Pride. In quell’occasione insieme a un articolo uscito su un quotidiano locale sulla comunità omosessuale, è uscita anche una foto di Brian e un testo su di lui: pochi giorni prima il suo computer era stato hackerato. È allora che ha deciso di fuggire in Kenya, perché le cose per lui si stavano mettendo male e si sentiva rischio.

Il suo braccialetto di stoffa però ha ancora i colori dell’Uganda, dove è nato. Anche se per lui l’Uganda non è più una casa.

Sono in molti a chiedergli perché sia immigrato: “Perché sei qui se nel tuo paese non c’è una guerra?”.

“Di solito rispondo che sono venuto per studiare. Dal 2015 poi insieme ad alcuni amici abbiamo deciso di unirci a un gruppo di attivisti omosessuali: da quel momento la mia vita è cambiata in positivo perché mi sono reso conto di non essere solo e che altri avevano una storia simile alla mia. È stato molto importante perché sono riuscito ad accettare meglio me stesso e la mia autostima ne ha guadagnato.

Adesso, dopo aver frequentato un corso ad ActionAid a Nairobi, mi occupo insieme ad altri attivisti di campagne di contrasto all’HIV. Spesso vengono organizzati anche piccoli eventi dove discutere di come cambiare l’immagine negativa che molti hanno di chi è omosessuale. C’è molto da fare, ma sono fiducioso”.

Condividi sui social:

Segui il cambiamento
Lasciaci la tua email