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Rebecca ha 35 anni. Vive in Nigeria. Ha una famiglia molto numerosa: oltre a suo marito, in casa ci sono sette figli, quattro femmine e tre maschi.
“Quando mi sono sposata, ero molto giovane, circa 14 o 15 anni” racconta Rebecca. “I miei genitori, in quel momento, mi hanno detto che il matrimonio è il massimo per ogni ragazza e l'istruzione per le bambine è uno spreco di tempo e soldi. Quando mi sono sposata, ho iniziato a vivere a Gaube”.
Quella di Rebecca è un classico esempio dei motivi per i quali la pratica dei matrimoni forzati è ancora così diffusa, specialmente in Africa: una ragazza sposata in giovane età è una bocca in meno da sfamare; persistono ancora antichi retaggi che vogliono donne e ragazze in posizioni di secondo piano rispetto a uomini e ragazzi.
“Vendevo akpu (una farina che si ricava dalla cassava) e riuscivo a guadagnare pochissimo. Mio marito lavorava a volte come operaio edile, a volte come bracciante agricolo, altre volte ancora come addetto alle pulizie in città”.
In una situazione così difficile, il primo pensiero di Rebecca resta per i suoi figli.
“Tutti i nostri bambini frequentano la scuola. Ma quando non riusciamo a guadagnare abbastanza soldi, i nostri piccoli ne risentono, specialmente all’inizio di un nuovo anno scolastico, quando ci sono le tasse da pagare e i libri da comprare. Dei miei bambini, cinque hanno smesso di andare a scuola nel 2014 perché io e mio marito non potevano permetterci di sostenere le spese della loro istruzione”.
Come già detto, una volta sposata, Rebecca si è trasferita a Gaube. Qui, è venuta a conoscenza del lavoro che stava svolgendo ActionAid. Si è unità a un gruppo di donne che partecipavano a riunioni e corsi di formazione.
"Dopo il corso di formazione, ho deciso di espandere la mia attività, non limitandomi più solo all’akpu ma vendendo anche altri prodotti a base di manioca. Ho investito i soldi ricavati dalle prime vendite per aumentare la produzione. Ora riesco a guadagnare abbastanza da permettere a tutti i miei figli di andare regolarmente a scuola. Grazie ad ActionAid, adesso la mia famiglia è di nuovo felice”.