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Kholoud | ActionAid Kholoud | ActionAid

Kholoud

“A causa dell’occupazione, ho abbandonato la scuola e rinunciato a tutto”.

Kholoud è una giovane donna venuta al mondo 22 anni fa. Da allora, ha trascorso la sua vita sempre e solo nel villaggio di Beit Zakariya. Eppure, nonostante questo, la sua vita è cambiata drasticamente.

Fino alla fine della settima classe (l’equivalente della prima classe della scuola secondaria di primo grado), Kholoud ha potuto frequentare la scuola del villaggio di Beit Zakariya. Questo le ha permesso di avere un’istruzione di base e di cominciare e pensare a cosa le sarebbe piaciuto fare da grande. Dopo la settima classe, per continuare a studiare, ha dovuto spostarsi in una scuola di villaggio vicino.

“Ci mettevo più di un’ora per andare a scuola e il tragitto era terribile” racconta Kholoud. “Una volta i soldati ci hanno fermati per controllare le borse. Eravamo tre amici e hanno perquisito solo me. Un’ora passata a vedere i soldati gettare i miei libri in strada e cercare qualcosa nella mia borsa. Mentre io assistevo alla scena in silenzio. Ero terrorizzata. L’unica cosa che ho potuto fare è stata raccogliere i miei libri da terra”.

Questo è stato soltanto uno dei problemi che la ragazza ha avuto con i militari israeliani. Per questo motivo, Kholoud ha deciso di abbandonare la scuola.

Adesso, le sue giornate sono sempre uguali. Si alza verso le 10:00. E basta. Si limita ad aiutare la madre in casa e a guardare la TV. Allo stato attuale, non ha nessuna prospettiva. Così come molte delle ragazze e degli abitanti del villaggio di Beit Zakariya.

Kholoud cerca di fare ciò che può per non lasciarsi andare, per non abbandonare la speranza in un futuro migliore. Recentemente ha iniziato a lavorare per la fabbrica di melassa, con il compito di confezionare i prodotti. Ma sogna di essere all’università, come la maggior parte dei suoi amici.

Kholoud ha dei parenti a Betlemme ma non riesce a vederli.

“Le persone non si sentono sicure a venire a Beit Zakariya e io non posso muovermi spesso perché il trasporto pubblico non è affidabile ed è molto rischioso. Spero che cambierà in futuro. Non credo, ma lo spero”.

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