“Le persone stanno morendo di fame”
Chiediamo l’accesso immediato agli aiuti umanitari, la fine dell’assedio e un cessate il fuoco permanente
Noi di ActionAid, insieme a oltre 100 organizzazioni, tra cui la Gaza Humanitarian Foundation, lanciamo un appello urgente: aprire i valichi, garantire l’ingresso di cibo, acqua, medicinali e carburante, e concordare un cessate il fuoco immediato.
Ogni giorno, donne, uomini e bambini rischiano la vita per cercare cibo.
Dal 13 luglio, almeno 875 palestinesi sono stati uccisi mentre tentavano di raggiungere punti di distribuzione. Milioni di civili sono in fuga, ammassati in un territorio sempre più ridotto e senza accesso agli aiuti essenziali.
Il sistema umanitario non ha fallito: gli è stato impedito di funzionare.
Le ONG hanno risorse e personale pronto ad agire, ma senza accesso non possono intervenire.
Dr. Salha, Ospedale Al-Awda:
“Dal 2 marzo Gaza è sotto assedio totale. Niente cibo. Niente medicine. Niente aiuti. Prima curavamo 200 donne e bambini al giorno, ora oltre 2.000. Non ce la facciamo più. La malnutrizione sta devastando madri e neonati. Non c’è latte, non ci sono forniture. È una catastrofe umanitaria.”
Jamil Sawalmeh, Country Director, ActionAid Palestina:
“Questa è una questione di sopravvivenza. Gli ospedali sono al collasso. Il personale medico è esausto. I neonati non hanno latte. I luoghi di distribuzione degli aiuti sono diventati trappole mortali. Anche i nostri colleghi lavorano solo tre giorni a settimana. Gli aiuti che riusciremo a far arrivare non bastano. Serve un cessate il fuoco immediato e duraturo, e un accesso sicuro e continuo agli aiuti umanitari.”
Siamo al fianco della popolazione di Gaza, ogni giorno
Da mesi, insieme ai nostri partner locali, siamo presenti ad Al-Mawasi, Khan Younis e Deir al-Balah per garantire supporto umanitario alla popolazione colpita. Distribuiamo cibo, kit igienico-sanitari, coperte e offriamo supporto psicologico a chi è sopravvissuto alla violenza e allo sfollamento. Uno dei partner, è riuscito nel frattempo a fornire un servizio essenziale di approvvigionamento idrico, distribuendo 6 metri cubi di acqua potabile al giorno per i prossimi 45 giorni.
Abbiamo già raggiunto quasi 50.000 persone. E continueremo a farlo, anche se Gaza è ormai un luogo invivibile, dove anche i nostri colleghi soffrono la fame. Ma non ci fermeremo: la solidarietà resta il nostro impegno più forte.
È tempo di agire. Le promesse non bastano: servono decisioni coraggiose per fermare l’assedio e salvare vite umane.