La nuova fase del modello Albania
Il nuovo report promosso dal Tavolo Asilo e Immigrazione racconta gli sviluppi del cosiddetto modello Albania, il dispositivo con cui il governo italiano ha deciso di esternalizzare la gestione delle migrazioni, confinando persone migranti in centri di detenzione situati sul territorio albanese.
Una nuova frontiera di violazioni dei diritti umani
Da aprile 2025 è iniziata una nuova fase: persone già trattenute nei CPR italiani vengono trasferite forzatamente a Gjadër, in Albania. Proprio su queste procedure si concentra il report, nato da un lavoro congiunto tra organizzazioni della società civile e parlamentari d’opposizione, attraverso nove missioni di monitoraggio e l’ascolto diretto di oltre trenta persone.
Il documento ricostruisce le storie individuali prima e durante la detenzione, restituendo un quadro chiaro e drammatico: trasferimenti senza provvedimenti scritti, criteri poco trasparenti, gravi ostacoli nell’accesso alla tutela legale, condizioni di isolamento, sofferenza e abbandono.
Un sistema opaco e disumano
Un focus importante è dedicato alla salute mentale e fisica: tra i trattenuti ci sono persone con evidenti fragilità, mentre in molti casi è la stessa detenzione a generare disagio psicologico. Il report denuncia anche il primo rimpatrio forzato diretto da Tirana, definendolo “una violazione nella violazione”.
Questa non è solo un’analisi, ma una denuncia netta: il modello Albania è incompatibile con il rispetto dei diritti umani fondamentali.
Va superato, in modo rapido e definitivo.