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Povertà assoluta: in Italia il valore più alto dal 2005 | ActionAid Povertà assoluta: in Italia il valore più alto dal 2005 | ActionAid

Povertà assoluta: in Italia il valore più alto dal 2005

Chiediamo attenzione per il territorio e reddito di inclusione sociale per tutti.

Marco De Ponte - Segretario Generale

13 Luglio 2017

Nel 2016, 8 persone ogni 100 versavano in condizioni di povertà assoluta. Ad oggi, le misure messe in campo dal Governo non sembrano avere ancora effetti apprezzabili: lo dimostra il rapporto annuale di ISTAT "La Povertà in Italia", pubblicato oggi, che offre l'immagine di un Paese nel quale la povertà è ancora un tema allarmante, che colpisce ben 4 milioni e 742 mila persone in tutto il territorio nazionale, registrando il valore più alto dal 2005.

I dati ci dicono che la povertà è in aumento tra le coppie con tre o più figli minori, che sono anche i destinatari a tutti gli effetti delle misure attualmente disponibili a livello nazionale: l'incidenza della povertà assoluta è passata da 18,3% del 2015 a 26,8% del 2016, con forti criticità registrate in particolar modo per i minori. Si conferma infatti il trend della diminuzione dell'incidenza della povertà assoluta all'aumentare dell'età della persona di riferimento, con un forte peggioramento delle condizioni dei giovani (incidenza triplicata rispetto al 2005), tema sul quale ActionAid lavora ormai da anni, attraverso progettualità messe in campo in molte città italiane per l'inclusione sociale e lavorativa della fragile fascia dei NEET, i giovani che non studiano e non lavorano.

Allo stesso tempo, le famiglie in cui almeno un individuo è straniero sono fortemente colpite, con una percentuale che sfiora il 30% al Sud (picco più alto) e il 25,7% nella media nazionale; ancora più allarmante è l'aumento dal 14,1% del 2015 al 27,4% del 2016 per le famiglie miste.

Non possiamo poi ignorare le disuguaglianze che permangono anche in termini di genere: 2 milioni 458 mila individui in povertà sono donne, un fenomeno che non è ancora pienamente comprensibile a causa dell'assenza di indicatori di misurazione della distribuzione delle risorse economiche tra componenti dei nuclei familiari. Ci auguriamo che la decisione adottata dal G7 di Taormina in merito alla misurazione della dimensione di genere della povertà sarà effettivamente messa in pratica, analizzando la povertà femminile anche livello individuale e non solo familiare. L'Italia infatti, in quanto Presidente del G7 2017, deve assicurare che la discussione per tale misurazione entro il 2018, come previsto al Summit, sia portata avanti in modo efficace e con il sostegno di ISTAT.

Ad oggi, l'adozione del REI, va certamente nella direzione giusta, ma potrebbe non bastare ad affrontare il fenomeno della povertà assoluta in Italia, se non si struttura come intervento universale. Come ha sottolineato l'Alleanza contro la Povertà "non esiste altra strada percorribile: occorre avanzare verso l'universalismo degli interventi di contrasto alla povertà».

I dati Istat mostrano anche un raddoppiamento dell'incidenza della povertà assoluta per i piccoli Comuni del Centro Italia: rispetto al 3,3% del 2015, si passa al 6,4% nel 2016 – questione significativa per affrontare in particolare la ricostruzione post sisma in centro Italia.

ActionAid chiede che nella lotta a povertà ed esclusione sociale non venga trascurato il ruolo dei territori dove servizi sociali, terzo settore, imprese, i beneficiari delle misure e la cittadinanza intera possono trovare insieme nuove e durature vie di uscita dalle difficoltà economiche e sociali delle persone in povertà. Raccomandazione, questa, che ActionAid ha testato sul campo con il progetto "Ci Contiamo", che coinvolge una nutrita rappresentanza di realtà sociali piemontesi raggruppati nei cosiddetti Ambiti piemontesi; un percorso che ha portato a una riflessione condivisa sulle pratiche di attivazione e restituzione già in atto e nella discussione di nuovi approcci, mostrando quanto vitale sia il tessuto locale se messo in rete.

Fonte: Vita.it

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