Scuola, giovani e città: ad Agrigento un laboratorio per cambiare insieme
È successo ad Agrigento, negli spazi della città contaminati da Scaro Cafe, un magazzino nel quartiere Vallicaldi oggi diventato luogo di comunità, di confronto e di esperimenti civici.
Qui, tra muri dipinti, sedie spaiate e una posticcia mostra sullo sport a Gaza del reporter Daniele Napolitano, ha preso vita Per una scuola democratica: due giorni di incontri, laboratori e camminate per riscrivere insieme il senso dell’educazione e della partecipazione, dentro e fuori la scuola.

L’iniziativa è stata organizzata da noi di ActionAid Italia con Local Impact APS, Scaro Community e l’Ufficio Scolastico Regionale – Ambito Territoriale di Agrigento, con il prezioso supporto di Teach for Italy, di Damatrà, dell’I.C. Agrigento Centro e del Liceo Classico e Musicale Empedocle.
In un territorio con uno dei più alti tassi di emigrazione giovanile in Europa, Per una scuola democratica è nata da una domanda semplice ma urgente: cosa serve perché una città torni a essere abitabile per chi sta crescendo? La risposta, almeno per noi, sta nei luoghi che i giovani abitano e in quelli che ancora non esistono.
Al Liceo Classico e Musicale “Empedocle” si è tenuto un laboratorio di partecipazione giovanile con oltre 60 studenti e studentesse per riflettere su come la rappresentanza studentesca possa essere uno strumento per riscrivere le scuole che abitiamo.
Nelle stesse giornate, più di 30 docenti hanno preso parte alla formazione sulle pratiche di orientamento integrato per contrastare le disuguaglianze, esplorando nuovi modi per accompagnare le scelte educative e di vita dei più giovani.
Perché la partecipazione non è un tema extracurricolare: è una competenza civica e affettiva che attraversa tutto il sistema educativo.

Dalla scuola, il festival si è spostato poi negli spazi aperti della città
Un’unione tra scuola e territorio. Una tavola rotonda ha riunito, attorno alla presentazione della ricerca sulla partecipazione giovanile condotta dalla professoressa Giulia Pastori dell’Università Bicocca di Milano, insegnanti, educatrici, attivisti, dirigenti e associazioni per discutere di presidi territoriali in grado di contrastare le disuguaglianze e rafforzare un’educazione senza confini, una rete di luoghi vivi e accessibili, capaci di connettere la scuola con il territorio.
Poi la città è diventata un gioco!
Una caccia al tesoro urbana, ideata da Damatrà, ha portato decine di ragazze e ragazzi a esplorare Vallicaldi, quartiere storico di Agrigento: un tempo sede del mercato ortofrutticolo, poi quartiere a luci rosse, oggi zona multietnica e fatiscente.
Un luogo pieno di storie e contraddizioni, che i giovani hanno attraversato per riscoprirne la bellezza, ma anche per immaginare come potrebbe diventare se davvero fosse “a misura di tutte e tutti”. La rigenerazione parte anche da qua, dall’immaginazione comune di nuovi progetti.
Accanto a loro, il laboratorio di mappatura e narrazione del territorio attraverso la fotografia, guidato dal reporter Daniele Napolitano, ha messo insieme sguardi diversi: studenti e studentesse della secondaria di primo grado, del laboratorio di Urbanistica della facoltà di Architettura dell’Università di Palermo e la redazione studentesca del Liceo Empedocle.
Insieme hanno costruito una mappa visiva del quartiere, intrecciando immagini, parole e desideri.
Una città osservata da tante prospettive. Non per documentare ciò che manca, ma per immaginare ciò che può nascere.
Questa è, in fondo, la direzione di Per una scuola democratica: non solo raccontare la crisi educativa, ma costruire le condizioni del cambiamento.
Restituire ai giovani la possibilità di comportarsi da giovani, di agire, di inventare.
Perché in un Paese vecchio, anche i luoghi finiscono per esserlo.

Le nostre città non sono a misura di giovane: scoraggiano l’azione, la sperimentazione, il diritto di sbagliare
Ecco perché crediamo che un Education Hub, un luogo dove le scuole e la città si Incontrano per generare esperienze, non solo programmi, sia oggi vitale. Ad Agrigento, come nel resto di Italia.
Non è un progetto per i giovani, ma con i giovani.
Un laboratorio permanente in cui l’educazione torna a essere una pratica collettiva, e la città un bene comune da riscrivere ogni giorno.
Agrigento, con le sue fragilità e la sua luce, è il punto perfetto per cominciare: una città che si svuota, ma che può tornare a riempirsi di futuro.
Un laboratorio a cielo aperto, dove provare a immaginare insieme la città che non è, ma potrebbe essere.