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BANGLADESH | ActionAid BANGLADESH | ActionAid

BANGLADESH

ASIA ORIENTALE

Dalla profonda povertà alle frequenti emergenze umanitarie da affrontare.

Il Bangladesh è il primo Paese al mondo per densità demografica. La sua capitale Dacca è una delle città più popolose al mondo, con 19 milioni di abitanti solo nell’area metropolitana. Negli ultimi decenni il Paese ha registrato notevoli miglioramenti nello sviluppo sociale ed economico. Ciononostante, il 64% della popolazione vive ancora in aree rurali, quasi 30 milioni di persone vivono al di sotto della soglia di povertà e quasi 25 milioni di persone sono malnutrite.

33 bambini ogni 1.000 muoiono prima di arrivare ai 5 anni di vita. Il 34% delle donne non prosegue gli studi oltre la scuola primaria e il 53% subisce violenza nel corso della propria vita.

A livello politico il Bangladesh si trova in una condizione di costante instabilità, sia a causa delle tensioni con i vicini Pakistan ed India, sia a causa dell’estremismo islamico fortemente presente all’interno del tessuto sociale del Paese. Secondo l’osservatorio politico Freedom House la Lega Awami, oggi al potere, ha consolidato la propria egemonia politica contrastando duramente le opposizioni, i mezzi d’informazione e qualsiasi voce critica nella società civile. La corruzione è un problema grave nel Paese e le ultime elezioni, tenutesi a fine 2018 tra accuse di brogli e violenze, hanno fatto temere per la tenuta democratica del Paese.


Diritti negati

Migrazioni Economiche

Ogni anno, secondo l’ILO, più di 400 mila lavoratori bengalesi emigrano per cercare lavoro all’estero e si trovano a dover fronteggiare diversi problemi: gli elevati costi delle agenzie interinali per trovare un lavoro - di solito non qualificato e scarsamente retribuito; l’assenza di informazioni sui rischi e le opportunità legate al viaggio; trattamenti discriminatori, umilianti ed a volte violenti, oltre che l’assenza dei diritti fondamentali di cui dovrebbe godere ciascun lavoratore.

Negli ultimi 3 anni il Bangladesh ha dovuto fronteggiare la crisi umanitaria legata alla migrazione della minoranza Rohingya proveniente dal Myanmar, accogliendo quasi 1 milioni di rifugiati. Quasi tutti i profughi si sono rifugiati nel campo di Cox’s Bazar, che dipende interamente dagli aiuti umanitari.


IL NOSTRO LAVORO IN BANGLADESH

  • Progetti realizzati: 36 di cui 18 finanziati da ActionAid Italia
  • Bambini sostenuti a distanza: 7.381 da donatori italiani
  • Persone raggiunte grazie alle attività sul campo: 8.836 di cui 8.129 donne e 707 uomini


Lavoriamo in Bangladesh
dal 1983, anno in cui iniziammo ad operare nel Paese sostenendo un orfanotrofio a Bhola (detto “Bittohin”).

Nell’ultimo anno, abbiamo realizzato diverse iniziative per reclamare il riconoscimento del lavoro di cura non retribuito, per chiedere spazi pubblici più sicuri per le donne, un centro di cura per i figli delle donne imprenditrici agricole, un piano urbano indirizzato alle donne ed un sistema di trasporti che garantisca loro la piena sicurezza. 

Inoltre, abbiamo portato avanti iniziative di advocacy per chiedere l’entrata in vigore di una legge contro la violenza e le molestie sessuali. Un fenomeno assai diffuso in Bangladesh.

Nel Paese, la maggior parte della popolazione lavora la terra e paga le tasse senza aver mai ricevuto il certificato di proprietà del proprio terreno. Per garantire il riconoscimento di questo diritto, lavoriamo nelle aree rurali affinché le comunità siano informate e sensibilizzate e insieme organizziamo momenti di mobilitazione per reclamare la tutela del diritto alla proprietà della terra..

Nel 2018, grazie al nostro impegno, 27 famiglie hanno ricevuto 3.000 acri di terra e altre 11 sono in attesa di ottenere il diritto di proprietà della terre in cui vivono.

Lavoriamo anche per garantire supporto alla minoranza Rohingya, rifugiata da più di 3 anni nel campo di Cox’s Bazar. Il nostro impegno a supporto della comunità Rohingya mira a rispondere ai bisogni primari, data la situazione di emergenza e costante vulnerabilità in cui vivono, ma anche a creare momenti di capacity building e di sensibilizzazione in favore delle donne.

(Fonti)

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