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Donne violentate, picchiate sistematicamente dai mariti, cacciate di casa, rapite, espropriate dei propri beni, umiliate davanti ai figli e all’intera comunità.

Accade in tutto il mondo, e anche in Uganda. Qui, nascere donna vuol dire essere considerata merce di scambio. Se nasci donna, con poche probabilità i tuoi genitori ti iscriveranno a scuola perché tanto, alla fine, quello che devi imparare a fare è badare alla casa e ai fratelli più piccoli, per prepararti a essere una buona moglie. Ti sposerai presto e avrai bambini quando sarai ancora troppo giovane, cominciando ad assumerti responsabilità al di sopra delle tue forze.

E sarai proprietà di tuo marito, che disporrà del tuo corpo, delle tue forze, deciderà quando e quanti figli avere, e si libererà di te con altrettanta facilità.

È quello che è successo a Florence, 26 anni, una giovane mamma di 4 figli, il più piccolo di 3 mesi (è insieme a lei nella foto). È stata cacciata di casa dal marito e si è ritrovata sola, senza una casa e mezzi con cui sopravvivere.

Florence però ha trovato chi si è preso cura di lei e dei suoi bambini. Al centro anti-violenza di Amuru, che abbiamo avviato nel 2012, è stata accolta e ha trovato il calore di una casa, cibo con cui sfamarsi e un tetto sicuro.

Al centro di Amuru, insieme ad altri 4 centri che abbiamo aperto in Uganda negli ultimi anni, sono state aiutate finora più di 800 donne. Al centro, possono trovare assistenza legale per ottenere giustizia e cure mediche in caso di maltrattamenti. In 120 hanno trovato un alloggio sicuro, dove poter vivere per qualche tempo. Le donne qui si organizzano in gruppi e partecipano a corsi di formazione professionale per avviare piccole attività commerciali che le aiuteranno a mantenersi.

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