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 | ActionAid  | ActionAid

Decine di migliaia di donne ogni anno chiedono aiuto per fuoriuscire dalla violenza. Non lasciamole sole.

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Chiediamo al Governo una svolta per garantire reddito, lavoro e autonomia abitativa affinché le donne non ricadano nella spirale della violenza.

Ogni anno, in Italia, oltre 50.000 donne decidono di dire no alla violenza subita rivolgendosi ai centri antiviolenza.   

Questo però spesso non basta. Per esercitare il proprio diritto a vivere una vita senza violenza hanno bisogno di un reddito sufficiente, un lavoro sicuro e dignitoso, una casa e servizi pubblici funzionanti. Il rischio è di far tornare le donne, spesso con figlie e figli, dagli autori di violenza, vanificando il loro percorso verso l’autonomia. 

Il sistema antiviolenza italiano, però, non è in grado di garantire a tutte e in tutti i territori le stesse opportunità a causa di politiche frammentarie e finanziamenti inadeguati.  

Per questo chiediamo al Governo italiano di aiutare concretamente le donne che hanno subito violenza. È necessario adottare politiche integrate, coinvolgendo tutti i Ministeri e gli uffici competenti, affinché venga assicurato alle donne in fuoriuscita dalla violenza il diritto ad un tenore di vita sufficiente, al lavoro dignitoso e alla casa.  

COSA CHIEDIAMO NELLO SPECIFICO? 

In particolare, chiediamo urgentemente alle istituzioni italiane nazionali, regionali e locali di:  

GARANTIRE SUPPORTO ECONOMICO
  • finanziando adeguatamente e regolarmente il reddito di libertà previsto dalla DL 34/2020, che ad oggi ha permesso di sostenere solamente 2.500 donne in fuoriuscita dalla violenza a fronte delle 21.000 che, secondo l’Istat, solo nel 2020 ne avrebbero avuto bisogno;  
  • introducendo criteri di accesso agevolati ai servizi e alle misure di contrasto alla povertà per consentire alle donne in percorsi di fuoriuscita dalla violenza in condizioni di fragilità economica di accedervi con maggiore flessibilità.  
ADOTTARE POLITICHE STRUTTURALI PER IL RE/INSERIMENTO LAVORATIVO E IL MANTENIMENTO DELL’OCCUPAZIONE
  • includendo nelle politiche per il lavoro, a livello nazionale e regionale, disposizioni che rispondano ai bisogni specifici delle donne in fuoriuscita dalla violenza e al fabbisogno occupazionale dei territori (es. tirocini flessibili, offerta formativa regionale attualizzata); 
  • estendendo da tre ad almeno sei mesi il congedo indennizzato per le vittime di violenza, introdotto con il D.lgs. 80/2015, per assicurare il mantenimento del lavoro;  
  • introducendo criteri prioritari di accesso ai servizi pubblici per la gestione dei carichi di cura (es. asili nido pubblici, assistenza persone anziane). 
ASSICURARE L’ACCESSO A SOLUZIONI ALLOGGIATIVE SICURE E SOSTENIBILI NEL LUNGO PERIODO
  • introducendo criteri preferenziali o riserve per le donne in fuoriuscita dalla violenza nelle normative regionali per l’accesso all’edilizia residenziale pubblica;  
  • istituendo percorsi ad hoc per l’accesso a strumenti e politiche per favorire l’autonomia abitativa (es. co-housing, fondi di garanzia per inadempimenti o emissione di prestiti, canoni calmierati, sospensione a costo zero delle rate del mutuo sulla prima casa). 

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