L’altra faccia delle Olimpiadi in Brasile: è quella dei bambini.

By ActionAid

July 29, 2016

Dovrebbe essere solo un momento di sport, d’integrazione, di fratellanza. O, almeno, questa è la patina di normalità che si vuole comunicare al grande pubblico mondiale. Perché le Olimpiadi 2016 in Brasile hanno anche un’altra faccia: quella delle centinaia e centinaia di bambini che hanno subito e subiranno violenza.

Facciamo un passo indietro. Siamo ai Mondiali di calcio del 2014, che dovevano essere una grande occasione di rilancio per il paese carioca e che hanno invece rappresentato un’altra occasione per gravi violazioni dei diritti dei bambini.

In vista delle Olimpiadi, molte comunità svantaggiate sono state forzatamente rimosse dalle zone dove abitavano per far spazio alla costruzione delle nuove strutture sportive. Secondo il World Cup and Olympics Popular Committee of Rio de Janeiro, almeno 4.120 famiglie sono già state sfrattate e 2.486 sono in pericolo di sfratto.

Lo Stato ha messo a disposizione delle abitazioni che però si trovano nelle degradate periferie di Rio de Janeiro, spesso a 60 km di distanza dal luogo d’origine delle famiglie. Tali strutture nella maggior parte dei casi non sono adeguate alle necessità delle persone.

Con il nome di “pacificazioni”, il governo brasiliano ha messo in atto delle autentiche invasioni della favelas più povere con lo scopo dichiarato di mettere in sicurezza tali zone. In realtà, ci sono stati morti, violenza e violazioni dei diritti umani. A subire sono state principalmente le comunità afro-brasiliane.

Come è stato per i Mondiali di Calcio del 2014, sembra che il Brasile stia ricommettendo gli stessi errori in occasione delle prossime Olimpiadi. A pagarne le conseguenze peggiori saranno le persone più povere e, come sempre, i bambini.

E’ anche per questo che ActionAid e CONI hanno deciso di lavorare a Rocinha e Cidade de Deus con l’obbiettivo di aiutare i bambini e i ragazzi delle favelas e dare loro delle reali opportunità.