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Mutilazioni genitali femminili: il caso della Liberia | ActionAid Mutilazioni genitali femminili: il caso della Liberia | ActionAid

Mutilazioni genitali femminili: il caso della Liberia

Un paese segnato da violenza e analfabetismo femminile.

Liberia

Con metà della popolazione sotto la soglia della povertà e il 56% di analfabetismo tra le ragazze dai 15 ai 24 anni, la Liberia è un paese con grandi disuguaglianze di genere. 

Il contesto 

La Liberia è una nazione stremata da due guerre civili (l’ultima terminata nel 2003), oltre metà della popolazione vive al di sotto della soglia di povertà. Nella classifica dell’Indice di Sviluppo Umano dell’Onu, il Paese si posiziona al 181° posto su 188 Stati.

Le mutilazioni genitali femminili (MGF) rappresentano qui un rito di passaggio dall’infanzia all’età adulta: dopo il “taglio”, la bambina è dunque considerata pronta per sposarsi, e deve lasciare la scuola. 

Per questo nel Paese l’analfabetismo femminile è a livelli altissimi: il 56% tra le giovani di 15-24 anni (contro il 35,3% dei maschi) e il 67,2% tra le donne adulte (contro il 37,6% degli uomini).

Il lavoro di contrasto alla violenza sulle donne

Noi di ActionAid lavoriamo nel Paese dal 1997 per sradicare disuguaglianze di potere e per raggiungere la giustizia sociale e l’uguaglianza di genere.

In particolare, il Nord-ovest del Paese è una delle aree in cui il fenomeno delle mutilazioni genitali femminili è più diffuso. Qui il nostro intervento è focalizzato nella creazione di spazi e momenti di formazione affinché le ragazze e le donne possano conoscere e apprendere i loro diritti, nonché dialogare tra loro e condividere le loro esperienze in maniera protetta. 

L’obiettivo è rafforzare la solidarietà tra ragazze e donne della comunità, perché si sentano meno sole a lottare contro le mutilazioni genitali e contro la violenza sessuale. Infatti, le donne spesso hanno paura di parlare e di raccontare la propria esperienza.

Queste pratiche, estremamente diffuse nella contea di Gbarpolu, la più colpita della Liberia, non sono peraltro vietate per legge e le donne non possono quindi sporgere denuncia. 

Nel paese qualcosa sta cambiando però. 

Mae Azango, di FrontPage Africa, la testata online più letta in Liberia, è stata la prima giornalista nel Paese a scrivere articoli di denuncia contro le mutilazioni genitali femminili, e per le sue inchieste è stata premiata negli Stati Uniti dal Committee to Protect Journalists e dal Pulitzer Center. 

Come lei, molte altre donne si stanno mobilitando. Un esempio è Kebbeh Mongor, presidente dell’associazione National Rural Women Network, che conta oltre mille donne nelle aree rurali di tutto il Paese. È con loro che noi di ActionAid lavoriamo per sensibilizzare donne e bambine sui loro diritti.

Incentivare la frequenza scolastica è la base di partenza. Mutilazioni genitali femminili, matrimoni precoci e abbandono scolastico sono infatti, qui, come in altri paesi a tradizione mutilatoria, fenomeni strettamente connessi. Nelle scuole interveniamo inoltre corsi di formazione sulla salute riproduttiva sessuale sia per ragazzi che per ragazze. La sensibilizzazione è necessaria anche su ragazzi e uomini per cambiare la percezione sui diritti delle donne. 

6 febbraio: Giornata Mondiale contro le mutilazioni genitali femminili.

Scopri di più sul fenomeno.


Fotografie di Valeria Scrilatti, progetto di Emanuela Zuccalà a cura di Zona.

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