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Si parla di carestia quando (per ragioni che vanno dalle guerre ai fenomeni naturali) una significativa percentuale della popolazione di un dato Paese è talmente denutrita da rischiare di morire di inedia o per malattie correlate all’inedia e alla scarsa alimentazione. Questo sta accadendo in molti Stati dell’Africa meridionale e orientale. E la causa ha un nome: el Niño.
Il nome (niño significa bambino in spagnolo) non ha niente a che vedere con l’entità di quanto sta accadendo. El Niño è un fenomeno climatico naturale che comporta un eccessivo riscaldamento delle acque dell’Oceano Pacifico centromeridionale e orientale. I suoi effetti coinvolgono diverse regioni del mondo.
Le zone direttamente interessate da el Niño sono soggette a inondazioni e alluvioni. Invece, quasi per una sorta di compensazione, le zone più lontane sono colpite da siccità. El Niño del 2015-2016 rischia di essere uno dei più forti mai registrati prima di adesso.
Per gli esperti El Niño avrà un impatto pesante sulle comunità più povere per tutto il 2016. Molte comunità e paesi stanno attualmente utilizzando le loro riserve di grano. Anche se le piogge arriveranno, milioni di persone soffriranno per la carenza di cibo almeno fino al prossimo raccolto, che in molte aree sarà nel 2017.
Il prevedibile aumento dei prezzi dei prodotti alimentari, a causa di scarsità di cibo, non potrà che peggiorare ulteriormente questa già drammatica situazione.
Si tratta di un’emergenza umanitaria alla quale bisogna rispondere in maniera tempestiva.
Dati: WFP, OCHA, ZimVAC (Zimbabwe Vulnerability Assessment Committee)