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Decreto sicurezza e immigrazione: diciamo no! | ActionAid Decreto sicurezza e immigrazione: diciamo no! | ActionAid

Decreto sicurezza e immigrazione: diciamo no!

Un appello ai Comuni per l’approvazione di un ordine del giorno di contrasto.

Noi di ActionAid lanciamo un appello a tutti i Comuni d’Italia perché approvino un ordine del giorno per contrastare gli effetti del decreto immigrazione e sicurezza sul territorio.

Il testo del Decreto legge modifica profondamente la gestione delle politiche migratorie in Italia, peggiorando in maniera significativa la condizione dei cittadini stranieri richiedenti protezione internazionale.

L'abolizione della protezione umanitaria, la drastica riduzione dell'accoglienza SPRAR e la nuova disciplina del funzionamento degli hotspot, che mette a rischio il sistema di garanzie, sono solo alcuni degli aspetti più preoccupanti.

La rilevanza dei cambiamenti e il probabile impatto fortemente negativo sulle condizioni di vita delle persone e delle città, oltre che sull’esercizio effettivo dei diritti, determinano l'urgenza di mobilitarsi fin da subito.

Per questo abbiamo scritto oggi una lettera all’ANCI (l’Associazione Nazionale dei Comuni Italiani), chiedendo aiuto nella diffusione dell’iniziativa a tutti gli enti locali associati, condividendo l’Odg elaborato.

L’Associazione ha espresso preoccupazione sugli effetti immediati del Decreto sui territori, evidenziando tra l’altro che solo in tema di assistenza ai soggetti vulnerabili sono stimati in oltre 280 milioni di euro i costi annui che ricadranno sui servizi sociali e sanitari dei Comuni.

Il testo dell’Ordine del Giorno (odg) è disponibile a questo link e i nostri attivisti si mobiliteranno per proporne l’adozione alle amministrazioni comunali che operano nei territori in cui sono attivi.

L'iniziativa, sull’esempio di quanto hanno già fatto i Consigli comunali di Bologna e Torino, approvando due odg per chiedere la sospensione del Decreto immigrazione e sicurezza, punta a evitare che i cittadini stranieri siano ancora più esposti ai rischi della marginalità sociale, a scongiurare ricadute sugli enti locali dal punto di vista del peggioramento delle condizioni di accoglienza, e a salvaguardare i percorsi  di integrazione strutturati nell'ambito dei centri SPRAR.

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