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Sea Watch: appello per lo sbarco immediato | ActionAid Sea Watch: appello per lo sbarco immediato | ActionAid

Sea Watch: appello per lo sbarco immediato

47 persone, di cui 8 minori, da 6 giorni bloccate sulla nave.

Da sei giorni sulla nave Sea Watch ci sono 47 persone in attesa di sbarcare in un porto sicuro. Ancora nessun Paese ha risposto a questa richiesta. Per questo, insieme ad altre 19 organizzazioni della società civile, lanciamo un appello per lo sbarco immediato. La tutela della vita umana dev’essere una priorità.

Appello

Da sei giorni sulla nave Sea Watch, vi sono 47 persone, tra cui otto minorenni. Sono 47 esseri umani portati in salvo dal Mar Mediterraneo dove nei giorni scorsi hanno perso la vita centinaia di bambini, donne e uomini, e che ora sono ostaggio dell’ennesima disputa politica tra Stati: nessun Paese ha infatti risposto alla richiesta di un porto sicuro fatta dalla Sea Watch, in spregio di quanto previsto dalle norme internazionali e delle più elementari considerazioni di carattere umanitario.

Chiediamo all’Italia e all’Europa che la legge sia rispettata e che queste persone vengano immediatamente fatte sbarcare in un porto sicuro, senza essere lasciate ulteriormente senza una destinazione. Secondo il diritto internazionale del mare, infatti, gli Stati hanno l’obbligo inderogabile di garantire l’approdo di persone in difficoltà in un luogo sicuro nel più breve tempo possibile. La salvezza e la tutela delle vite umane devono avere la precedenza assoluta: queste persone, soprattutto le più vulnerabili come donne e

bambini, non devono subire ulteriori sofferenze e deve essere loro garantita l’assistenza umanitaria di cui hanno diritto e le cure di cui hanno bisogno.

L’Italia e l’Europa intera devono assumersi le proprie responsabilità nell’affrontare e prevenire ulteriori tragedie in mare: è necessario realizzare vie di accesso sicure dalle aree di crisi o di transito, per evitare che decine di migliaia di persone continuino ad essere costrette a ricorrere ai trafficanti, mettendo in serio pericolo la propria vita, per attraversare il Mar Mediterraneo. È la mancanza di vie legali, infatti, che fa prosperare il traffico di esseri umani.

A Buon Diritto, ActionAid, Amnesty International Italia, ARCI, ASGI, Associazione Papa Giovanni XXIII, CIR, CNCA, Emergency, Focus Casa dei Diritti Sociali, Intersos, Legambiente, Medecins Du Monde Missione Italia, Medici per i Diritti Umani, Medici Senza Frontiere, Mediterranean Hope Programma Rifugiati e Migranti, Oxfam, Salesiani Per il Sociale, Save the Children Italia, Terre Des Hommes.

(Pubblicato il 24 gennaio 2019 - ore 17:30).

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