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Migliaia di vite in pericolo: gli ospedali di Gaza lanciano un appello disperato. Quasi esaurite le scorte di carburante. 

La testimonianza dell’attivista di ActionAid, Bisan: “Tanti neonati potrebbero morire” 

Link al video e alla trascrizione in italiano 

Aiuti per Gaza: raccolta fondi di emergenza. Link donazioni online  https://dona-ora.actionaid.it/emergenze-actionaid/?codiceCampagna=2023_AD_EMGGZ_CS 

Gli ospedali di Gaza stanno raggiungendo il punto di non ritorno perché le scorte di carburante si stanno pericolosamente esaurendo, mettendo a grave rischio la vita dei neonati nelle incubatrici. Mercoledì sera, il generatore principale dell'Indonesian hospital - uno dei principali ospedali nel nord della Striscia - è andato fuori servizio. Il personale è ora costretto a fare affidamento su un generatore secondario, che può servire solo alcune parti dell'ospedale, mentre continua a ricevere un afflusso di pazienti dal vicino campo profughi di Jabalia, che è stato bombardato martedì e mercoledì, con almeno 195 persone rimaste uccise.  

Bisan, una giovane attivista di ActionAid a Gaza, ha inviato questo messaggio dall'ospedale Al-Shifa, la più grande struttura medica di Gaza. 

"Ora mi trovo all'ospedale Al-Shifa, nel reparto incubatrici. Il reparto incubatrici, come tutti i reparti dell'ospedale di Al-Shifa e anche di altri ospedali, rischia di non funzionare più perché non c'è carburante nella Striscia di Gaza, non c'è carburante che entri nella Striscia di Gaza o che vada agli ospedali. Quindi più di 45 incubatrici solo nell'ospedale di Al-Shifa potrebbero fermarsi. E questi neonati potrebbero morire... Perché hanno bisogno di cure speciali".  

Oltre a curare i feriti, gli ospedali nel nord di Gaza fungono da luoghi di accoglienza per circa 117.000 mila persone sfollate dalle loro case dall'inizio della guerra. Ma senza cibo e acqua, combustibile per cucinare, vestiti o prodotti per l'igiene, le condizioni stanno diventando insostenibili. Con una quantità estremamente limitata di aiuti che entrano a Gaza attraverso il valico di frontiera di Rafah, e senza la possibilità di trasportarli a Nord a causa della mancanza di carburante e delle strade danneggiate, ci sono poche speranze di sollievo per le persone a Gaza. 

Zeina è una delle migliaia di donne rifugiate all'ospedale Al Quds. Ha raccontato il caos in cui queste donne vivono, giorno dopo giorno. 

"Nella zona in cui vivo, la maggior parte delle persone è sfollata dalle proprie case. La nostra zona è pericolosa e non c'è più nessuno. Di notte stiamo all'ospedale Al Quds. È affollato e non ci sono bagni per lavarsi. Ci si lava il corpo con una quantità molto piccola di acqua perché non c'è abbastanza acqua per lavarsi come al solito. Si appendono i vestiti ad asciugare in qualsiasi posto: su un muro, su un albero, su una sedia o all'interno del bagno, sulla gruccia". 

Mentre la gente cerca di sopravvivere in queste condizioni, le aree circostanti gli ospedali continuano a essere colpite dai bombardamenti, ostacolando gravemente la capacità delle strutture mediche di continuare a funzionare. Almeno 73 operatori sanitari sono stati uccisi a Gaza dal 7 ottobre. Molti sono stati uccisi mentre dormivano di notte a casa con le loro famiglie, tra un turno di lavoro e l'altro. Poiché il numero di pazienti che necessitano di cure urgenti continua ad aumentare, il Ministero della Salute palestinese ha lanciato un appello disperato, esortando tutti i medici e gli infermieri in pensione o gli studenti di medicina ad aiutare. 

Riham Jafari, Coordinatrice Advocacy e Comunicazione di ActionAid Palestina, ha dichiarato: "Se a Gaza finirà il carburante, sarà una catastrofe inimmaginabile per i neonati in incubatrice e per quelli in terapia intensiva che si affidano ai ventilatori. Invece di essere un luogo in cui vengono curate le persone che hanno bisogno di cure urgenti, gli ospedali sono diventati un luogo in cui i pazienti vengono mandati all'obitorio, anziché essere dimessi. Ma nonostante le sfide enormi e impossibili, i medici continuano a fornire cure urgenti in mezzo a bombardamenti indiscriminati, a una grave carenza di forniture e attrezzature mediche e alla mancanza di carburante per alimentare i generatori. E anche quando i medici lasciano gli ospedali per trovare risorse preziose che aiutino a far funzionare gli ospedali e a mantenere in vita le persone, rischiano di essere uccisi dai continui bombardamenti". 

La situazione negli ospedali di Gaza è critica. ActionAid è seriamente preoccupata per i nostri partner e per la loro capacità di fornire le cure urgenti e salvavita necessarie a tante persone a Gaza che hanno dovuto affrontare bombardamenti quasi continui nelle ultime settimane. 


Per informazioni:    Ufficio Stampa ActionAid Italia    Alice Grecchi [email protected] / +39.3395030480    Paola Amicucci [email protected] / +39.3457549218    
Daniela Biffi [email protected] /+39.3472613441

Photocredit social: Majdi Fathi / ActionAid
 

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