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Nessuna emergenza: gli accolti in Piemonte sono lo 0,29% della popolazione residente

ActionAid e Openpolis: in Piemonte centri sempre più grandi e diritti dei minori a rischio   

Quasi 5 volte in più i Msna nei Cas Minori rispetto al 2018. 97 Msna in cas adulti a fine 2023, 66 ad agosto 2024.  

La logica dell’emergenza, anche quando non esiste, guida l’approccio all’accoglienza fatto di prassi al limite della legittimità. Le persone accolte a fine 2023 sono solo lo 0,29% di chi vive in Piemonte, incidenza leggermente superiore a quella nazionale. Il circuito Sai – quello dei centri degli enti locali – continua a non essere il principale e il Piemonte non fa eccezione: con un dato inferiore alla media nazionale (22,6%) le persone ospitate nel Sai (2.150) sono una quota minoritaria, il 17,7%. Il rimanente 82,3% è ospitato nei centri straordinari (9.980) che costituiscono anche nelle province piemontesi la reale ossatura del sistema. È la fotografia che ActionAid e Openpolis fanno dei centri di accoglienza straordinaria, governativi e dei centri a gestione degli enti locali con il report “Accoglienza al collasso. Centri d’Italia”. Analisi e piattaforma online che vuole fare luce su quanto accade alle persone richiedenti asilo e rifugiate in Italia, centro per centro, a partire dai dati ottenuti con richieste di accessi agli atti al Viminale.    

Anche in Piemonte diritti dei minori soli a rischio. Il Piemonte vede un aumento del numero dei minori soli nei diversi circuiti dell’accoglienza tra 2018 e 2023 si quasi due volte e mezza, dagli 87 accolti del 2018 ai 217 di fine 2023. Sebbene l’84,3% di questi siano ospitati nel Sai regionale, a crescere sono soprattutto i Msna nei Cas minori: in questo tipo di centri senza servizi adeguati per l’accompagnamento di giovani stranieri all’autonomia, assenti tra il 2019 e il 2022, i minori soli passano da 7 a fine 2018 a 34 a fine 2023, con un aumento di oltre il 385%, e rappresentano il 15,7% del totale dei minori accolti in Regione (tra Cas e Sai).  Se i 183 accolti nel Sai minori a fine anno sono per la gran parte nella provincia di Torino (solo 15 sono nella provincia di Asti), gli accolti nei Cas per Msna si concentrano nelle province di Alessandria (26, in 2 strutture rispettivamente da 24 e 4 posti) e Asti (8). L’ente gestore della struttura nell’astigiano (alla quale, in data 29 settembre 2023, viene assegnata la gara per 25 posti per Msna, nonostante il Viminale comunichi una capienza di 8 letti a fine 2023), la cooperativa Fenice, è salito all’onore delle cronache per la mala gestione che ha portato al trasferimento, a fine 2024, dei 12 ospiti in strutture del meridione e al mancato rinnovo del contratto da parte della Prefettura. A completare il quadro critico per i diritti dei minori soli nella regione, si registrano numerosi inserimenti di Msna in strutture per adulti: il Piemonte è la seconda regione in Italia a fine 2023 (dopo la Lombardia) e la prima ad agosto 2024, per questa forma di accoglienza promiscua, per la quale hanno espresso preoccupazione sia il Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali che la Garante per i diritti dell’infanzia, al momento del varo del decreto 133/2023, che legittima tale prassi nei fatti senza considerare la necessità di tutelare il superiore interesse del minore. Sono 97 i Msna accolti in Cas per adulti a fine 2023 (14 nella provincia di Biella, 32 in quella di Cuneo, 14 a Novara e 37 nella città metropolitana di Torino) e 66 alla fine di agosto 2024 (Asti, 3; Biella, 2; Cuneo, 14; Novara, 4; Torino, 42; Vercelli, 1).  

Arrivi limitati, ma centri sempre più grandi. Guardando alla strutturazione del sistema locale, in termini di capienza, se nella provincia di Torino e in quella di Cuneo si conta un numero di posti Sai considerevole (1413 e 512) con un peso percentuale più elevato del dato nazionale (per quanto minoritario rispetto ai Cas) pari rispettivamente al 26,3% e al 25,1% del totale, nelle provincia di Asti e Biella il sistema pubblico ha un valore percentuale leggermente inferiore alla media nazionale e si situa rispettivamente al 19% (224 posti su 1.179) e al 16,5% (113 posti su 685). Colpisce la situazione delle altre province che registrano valori ben al di sotto della media nazionale. Ad Alessandria sono 153 i posti in Sai su un totale di 1276, pari al 12% circa del totale. Ancora più bassa la percentuale di posti Sai a Vercelli e Verbano-Cusio-Ossola, rispettivamente pari al 9,7% (35 posti su 361) e 6,8% (38 posti su 560). Il territorio della provincia di Novara non registra invece alcun progetto Sai e i 602 posti presenti a fine 2023, sono tutti nel circuito dei Cas. Nonostante ciò, la componente dell’accoglienza “in rete” nel circuito straordinario è sempre meno consistente in termini percentuali e le presenze sono al minino storico dal 2018: se nel 2018 le persone accolte in questo tipo di centri rappresentavano il 50,9% del totale degli accolti in Piemonte (e solo il 22% ca. era nei centri sopra ai 50 posti), a fine 2023, nonostante un aumento in termini assoluti delle presenze, il circuito della accoglienza straordinaria più micro, dà alloggio al 35,1% dei presenti, mentre i centri tra 50 e 300 posti accolgono il 27,5% delle persone. Se le presenze nel sistema regionale nel 2023 aumentano di circa 3.000 unità rispetto al 2022, l’incremento più consistente si ha proprio nelle strutture molto grandi che passano dai 1190 ospiti di fine 2022 a 2.733 persone accolte in 32 centri, la cui capienza complessiva è 2.600 posti, per una capienza media di oltre 81 posti.   

Nessuna programmazione e gestione irrazionale. A livello nazionale, i dati mostrano come in mancanza di una gestione razionale si tende ad aggirare il diritto ad un’accoglienza dignitosa, colpendo le persone migranti: da un lato si riempiono le grandi strutture fino a farle straripare e dall’altro si procede in maniera indiscriminata con le revoche dell’accoglienza, cioè si toglie il posto assegnato alle persone nei centri con prassi di dubbia legittimità. In Piemonte si rilevano a fine 2023 9.946 presenze per una capienza complessiva del circuito straordinario pari a 9.554 posti e analizzando la situazione nel dettaglio l’assenza di programmazione e la gestione irrazionale appare evidente: 32 strutture registrano complessivamente 646 persone in eccesso e, allo stesso tempo, 435 posti risultano inutilizzati in 147 strutture. Nella provincia di Alessandria, la cooperativa Alpi del mare gestisce un centro per 44 ospiti con un esubero di 50 persone. Nella prefettura di Novara, la cooperativa Versoprobo gestisce due strutture da 50 persone con un esubero complessivo di 94 ospiti e la Croce Rossa un centro con capienza di 77 letti e 114 ospiti. La croce rossa, comitato di Susa, è ente gestore anche del centro più sovraffollato della Regione: 61 persone in più in un centro di 45 posti nella Prefettura di Torino, dove si riscontrano anche 33 ospiti oltre la capienza in un centro da 50 letti gestito dalla cooperativa Sanitalia, fresco vincitore dell’appalto per la gestione del Cpr sito nel capoluogo piemontese. Anche in provincia di Vercelli si registra un sovraffollamento preoccupante, in una struttura da 70 posti con 44 persone accolte oltre la capienza, gestito da Cascinassa Srl. Il quadro di una gestione irrazionale è completato facendo riferimento ai dati Sai: sui 2329 posti attivi in regione sono 109 i posti inutilizzati a fine 2023. Posti inutilizzati che si sarebbero potuti usare per soddisfare le esigenze di accoglienza di persone richiedenti asilo vulnerabili, a partire dalle donne.  

Nessuna trasparenza: affidamenti diretti e revoche dell’accoglienza. Al caos amministrativo e all’assenza di programmazione, la soluzione del Ministero è azzerare la trasparenza nella gestione dei Cas, anche in Piemonte, seppur con alcune differenze rispetto al livello nazionale. Nel 2023, si rileva un dato allarmante e superiore alla media nazionale: gli uffici territoriali del governo piemontese hanno garantito un’accoglienza ridotta a guardiania, a scapito di trasparenza e diritti delle persone accolte con affidamenti diretti che rappresentano oltre il 72%. Nei primi 10 mesi del 2024 però, la procedura meno trasparente è molto al di sotto del dato nazionale e si attesta intorno al 6,8% delle gare per l’accoglienza prefettizia. Il sospetto poi è che, così come a livello nazionale, anche a livello regionale, le revoche siano servite per trovare posti liberandoli ad ogni costo. Se nel 2022 le revoche erano state complessivamente 2.296, nel 2023 il dato è di 5.782 revoche e, nei primi 9 mesi del 2024, di 2451. Sebbene sia da segnalare che la prefettura di Torino è la prima in Italia per revoche nel 2023 (2.968) e nei primi 9 mesi del 2024 (1.247), colpiscono i dati della prefettura di Novara e Cuneo che meriterebbero approfondimenti: nel primo caso davanti a un sistema di accoglienza di 602 posti complessivi le revoche nel 2023 sono state 561 (contro le 135 del 2022); nel secondo, a fronte di un sistema locale di 1528 posti Cas, sono state 825 le revoche (contro le 177 del 2022).  


Per informazioni:    
Ufficio Stampa ActionAid Italia       

Paola Amicucci + 393457549218 [email protected]  
Claudia Bruno +393311336562  [email protected]   
Alice Grecchi +393395030480 [email protected]    

 

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