Nessuna emergenza: gli accolti nel Lazio sono lo 0,21% della popolazione residente.
ActionAid e Openpolis: nel Lazio gestori for profit, centri sempre più grandi e minori soli inseriti in centri per adulti
Situazione critica a Roma. Nel 2023 l’81% dei contratti della Prefettura è senza gara.
La logica dell’emergenza, anche quando non esiste (gli accolti a fine 2023 sono solo lo 0,21% della popolazione residente nel Lazio, media inferiore a quella nazionale), guida l’approccio all’accoglienza. Il circuito dei centri governativi continua a costituire l’ossatura del sistema e il Lazio non fa eccezione: solo il 18% circa (2.227) le persone ospitate nel sistema degli enti locali Sai (22,6% a livello nazionale). In tutte le provincie si registra la preminenza dei Cas, centri di accoglienza straordinaria, con media più alta di quella nazionale: spicca la provincia di Rieti che ospita nel Sai solamente il 15,1% delle persone accolte, ma vede quasi il 96% dei posti in Cas, in modalità in rete (appartamenti) e un solo centro collettivo oltre i 20 posti. Una situazione paradossale ed emblematica delle criticità del sistema pubblico. A livello comunale Roma Capitale è la prima in Italia per posti disponibili: 3.864 posti di cui quasi il 30% nel sistema Sai. Ciononostante, se le presenze nei Cas romani aumentano del 69% rispetto al 2022, quelle nei Sai di Roma Capitale diminuiscono del 21,58%. È la fotografia che ActionAid e Openpolis fanno dei centri di accoglienza straordinaria, governativi e dei centri a gestione degli enti locali con il report “Accoglienza al collasso. Centri d’Italia 2024”. Analisi e piattaforma online che vuole fare luce su quanto accade alle persone richiedenti asilo e rifugiate in Italia, centro per centro, a partire dai dati ottenuti con richieste di accessi agli atti al Viminale.
Anche nel lazio minori soli in centri per adulti
In controtendenza con l’aumento a livello nazionale, il Lazio ospita sul proprio territorio, nella prefettura di Frosinone, un solo Cas minori da 12 posti. Non mancano però, anche qui, Msna inseriti in centri per adulti: erano 80 a fine 2023 (quasi il 15% del totale nei cas italiani) di cui 47 accolti nella provincia di Roma, 23 in quella di Latina e 10 nel viterbese. Davanti a questi numeri la gestione appare irrazionale: nello stesso momento, a fine 2023, nell’esigua porzione Sai dedicata ai minori soli della Regione (soli 66 posti, di cui la metà a Roma), si registrano 19 posti liberi.
Arrivi limitati, ma centri sempre più grandi e gestori for profit
Il Lazio vede un aumento del circuito straordinario di quasi 3.000 posti nel 2023. Complessivamente si contano 9543 posti disponibili (per il 52,4% nella sola città metropolitana di Roma): quasi il 58% di questi sono in grandi strutture. Quasi il 30% del sistema regionale dei Cas è gestito da soggetti for profit, chiaro segno dell’assenza di competenze e di un’accoglienza ridotta a mero albergaggio: 2.808 posti gestiti da Srl di vario genere, da agenzie viaggio a gestori di alberghi. Un quarto dei posti (2.374) è poi gestito da uno stesso soggetto: Medihospes, cooperativa alla quale è stata affidata la gestione dei centri di trattenimento in Albania. La percentuale arriva oltre il 43%, se si considerano solo le grandi strutture, quasi un monopolio a livello regionale. Da notare anche il ruolo dominante di Ospita Srl nella prefettura di Viterbo dove gestisce, in 12 strutture (in media da 48 posti), quasi il 65% del sistema locale (575 su 886 posti).
La situazione critica della città metropolitana di Roma
La prefettura di Roma ha anticipato già nel 2022 il ritorno dei megacentri oltre 300 posti e nel 2023 la città metropolitana di Roma è la prima in Italia per capienza media dei centri straordinari, pari a oltre 100 posti: 4.615 posti in strutture di grandi dimensioni su un totale di 5.002, ovvero il 92,3%. La prefettura puntando sui grandi centri incrementa il numero di posti di oltre il 45% rispetto al 2022. Si tratta di 26 strutture con capienza superiore a 50 posti. Tra queste 13 hanno una capienza compresa tra 62 e 120 posti, 10 tra 150 e 264 posti e 3 che possono accogliere rispettivamente 300, 384 e 622 ospiti. Solo il 7,7% di posti è in strutture sotto i 50 posti. Di conseguenza, se Medihospes (che rispetto al 2022 incrementa di oltre il 30% i posti controllati, 2.093 a fine 2023) gestisce il 41,8% dell’accoglienza straordinaria nella città metropolitana di Roma gestendo solo grandi strutture, principalmente sono organizzazioni legate alla chiesa che riescono ancora a garantire accoglienza diffusa: Caritas e Comunità Papa Giovanni XIII insieme amministrano il 62% dei posti in appartamenti e piccoli centri.
Nessuna programmazione e gestione irrazionale: centri al collasso
I dati mostrano come in mancanza di una gestione razionale si tende ad aggirare il diritto ad un’accoglienza dignitosa, colpendo le persone migranti: da un lato si riempiono le grandi strutture fino a farle straripare e dall’altro si procede in maniera indiscriminata con le revoche dell’accoglienza, cioè si toglie il posto assegnato alle persone nei centri con prassi di dubbia legittimità.
A fine 2023, in Regione, il fenomeno del sovraffollamento – guardando a situazioni con persone in eccesso in numero significativo (più di 10 oltre la capienza) – si riscontra in particolare nella prefettura di Latina e in quella di Roma, con alcune differenze. A Latina il sovraffollamento riguarda principalmente centri medio-grandi: 197 persone in esubero in 6 strutture sotto i 50 posti (con capienza complessiva pari a 211), cui si sommano 2 strutture (da 209 posti totali), con 59 persone in più alla fine del 2023. Nella città metropolitana di Roma invece in 9 strutture (di cui una da 300 posti e una da 384) con capienza complessiva di 1.869 posti si registrano 225 persone in eccesso.
Nessuna trasparenza: revoche dell’accoglienza e assegnazioni dirette
Il sospetto è che, così come a livello nazionale, anche a livello regionale, le revoche siano servite per trovare posti liberandoli ad ogni costo: se nel 2022 le revoche sono state 2.287, nel 2023 il dato è più del doppio, 4.826 provvedimenti, mentre nei primi 9 mesi del 2024 siamo a 2.110. A Roma, seconda solo alle prefetture di Bari e Torino, se ne è fatto un uso massivo. Il dato fa riflettere: 829 nel 2022, 2121 nel 2023 e 978 nei primi 9 mesi del 2024. La stessa tendenza di trova su tutte le prefetture laziali, ma colpisce il dato di Latina: nonostante i soli 1.243 posti nel sistema prefettizio a fine 2023, nel medesimo anno sono stati presi 1.189 provvedimenti di revoca, una situazione che meriterebbe approfondimenti.
Al caos amministrativo e all’assenza di programmazione la soluzione del Ministero è azzerare la trasparenza nella gestione dei Cas, anche nel Lazio. Nel 2023, benché inferiore a quello nazionale, un dato ugualmente allarmante: gli affidamenti diretti sono oltre il 66% (ma ben l’81% circa dei contratti della prefettura di Roma). Nei primi 8 mesi del 2024 gli uffici del governo laziali continuano a garantire un’accoglienza ridotta a guardiania, a scapito di trasparenza e diritti delle persone accolte: oltre il 36% delle assegnazioni sono ancora senza gara, un dato leggermente inferiore di quello riscontrato a livello nazionale.
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