“Temo che il freddo riuscirà dove le bombe hanno fallito”
Mentre i palestinesi a Gaza si preparano ad affrontare altri due giorni di tempeste, piogge intense e inondazioni, ActionAid chiede con urgenza l’apertura dei valichi di frontiera e un aumento degli aiuti in ingresso a Gaza.
Alaa AbuSamra, Responsabile del Programma di Risposta all’Emergenza di ActionAid in Palestina, da Gaza dichiara: “La sofferenza a Gaza è incessante. Le bombe forse sono diminuite, ma il dolore no. Ha semplicemente cambiato forma. Ora la sofferenza cade dal cielo sotto forma di pioggia gelida. Le inondazioni travolgono le tende. Le tempeste colpiscono famiglie che non hanno più nulla da perdere. Gaza è diventata un inferno dove ogni mese porta un nuovo modo di lottare o morire. Sono un genitore. Ho dei figli. E come ogni madre e padre sfollato in Palestina, temo che il freddo riuscirà dove le bombe hanno fallito. Sono stato nei campi allagati e ho visto famiglie scavare canali a mani nude per impedire all’acqua di raggiungere i loro bambini durante la notte.
Ho visto madri e figli costretti a rimanere svegli tutta la notte, in piedi nell’acqua gelida che invade le tende, senza elettricità, senza riscaldamento, e senza più la forza di fare altro. Ho ascoltato genitori raccontare di aver avvolto i loro bambini in teli di plastica perché non ci sono più coperte. Questa non è sopravvivenza con dignità. Qui si costringono persone a sopportare l’insopportabile.
Questo deve finire. Un cessate il fuoco non è reale se continuano i bombardamenti e gli aiuti vengono bloccati, lasciando le persone a morire di freddo. Diversi bambini sono morti lo scorso inverno, e diversi sono già morti anche quest’anno. Le famiglie hanno bisogno di ripari adeguati per sopravvivere all’inverno, e farlo con dignità. I termini del cessate il fuoco devono essere rispettati: ciò significa permettere l’ingresso di materiali per i rifugi, interrompere la dipendenza da beni commerciali costosi e consentire alle organizzazioni umanitarie di distribuire aiuti su larga scala. Oggi, a causa dei blocchi, un singolo riparo costa più di 1.000 dollari sul mercato. È un prezzo impossibile in un luogo in cui le persone hanno perso tutto. Questa non è una carenza; è una scelta. E queste scelte stanno costando vite umane.”
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