Il declino non è destino se si investe sulle comunità
A Santa Vittoria in Matenano ActionAid, con il progetto The Care, dimostra che un futuro nelle aree interne è possibile, mentre il nuovo Piano Strategico per le Aree Interne archivia interi territori
“Dopo 15 anni in grandi aziende alimentari, ho deciso di cambiare vita. Con il corso della Piccola Scuola Rurale ho potuto conoscere nuove realtà e ho trovato la spinta e l’incoraggiamento per pensare a un mio nuovo progetto, che svilupperò nei prossimi anni e che mi permetterà di riprendere in mano la mia vita”. A parlare è Mara, 42 anni, una delle tante persone che hanno trovato nelle aree interne un’opportunità, non un capolinea.
Siamo a Santa Vittoria in Matenano, piccolo borgo dell’alto fermano nell’Area interna SNAI, nel cuore dell’Appennino centrale colpito dal sisma del 2016. Un luogo che, come molti altri centri rurali, ha conosciuto decenni di spopolamento, disinvestimento e marginalizzazione. Eppure, proprio da qui arrivano esperienze che dimostrano come si possa invertire la rotta. Grazie a “Il diritto di restare”, iniziativa sviluppata da Piccola Scuola Rurale nell’ambito del progetto europeo The Care – Civic Actors for Rights and Empowerment, promosso da ActionAid Italia e Fondazione Realizza il Cambiamento, anche nelle Aree Interne di varie parti d’Italia sono nate iniziative concrete di welfare comunitario, attivazione civica e innovazione sociale. Tra queste, la Piccola Scuola Rurale, che proprio a Santa Vittoria in Matenano, nella splendida cornice dei Monti Sibillini, offre formazione gratuita, itinerante e multidisciplinare per chi desidera vivere nei territori in modo sostenibile e innovativo. Per cambiare direzione servono politiche pubbliche capaci di valorizzare le vocazioni economiche locali, investire in formazione, accogliere giovani e nuovi abitanti, comprese persone con background migratorio.
E invece? ActionAid esprime forte preoccupazione per il messaggio culturale e politico che emerge dal nuovo Piano Strategico Nazionale per le Aree Interne, recentemente pubblicato. Un documento che parla di “declino cronicizzato”, “spopolamento irreversibile” e “accompagnamento dignitoso”, restituendo un’immagine rassegnata e stereotipata di intere aree del Paese.
“Applicare questa visione a questi luoghi e soprattutto a quelli colpiti dal sisma del 2016 e 2017 significa non aver compreso – o aver dimenticato – il valore del restare, della partecipazione, dell’attivazione comunitaria. Le aree interne non chiedono rassegnazione, ma possibilità. Non abbandono, ma investimenti” dichiara Patrizia Caruso, Responsabile dell’Unità Resilienza per ActionAid Italia.
Da quasi dieci anni, l’organizzazione è presente nel centro Italia al fianco delle comunità colpite dal sisma, accompagnando percorsi di ricostruzione sociale ed economica che partono dal basso. Esperienze che mostrano un’altra narrazione possibile: quella di territori che non si arrendono e che, se sostenuti, possono essere motori di innovazione, coesione e sostenibilità.
“È il momento di un nuovo patto tra Stato, comunità locali e cittadinanza attiva, che riconosca il valore strategico delle aree interne e punti su ascolto, partecipazione e investimenti strutturali. Per restare, tornare, costruire futuro” conclude Caruso.
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