Daniel è un formatore presso la Global Platform di ActionAid Ghana
Daniel vive in prima persona gli effetti del cambiamento climatico e della variabilità climatica nel suo Paese: piogge che non seguono più le stagioni, lunghi periodi di siccità alternati a precipitazioni improvvise e intense. Tutto questo ha conseguenze dirette sulla sicurezza alimentare e sull’accesso all’acqua. Se manca l’acqua, manca la vita.
Oggi piove anche nella stagione secca, e le abitazioni in fango, un tempo resistenti, non reggono più l’intensità delle nuove piogge. Molte famiglie sono costrette a spostarsi, a cercare un luogo dove ricominciare.
Il cambiamento climatico colpisce i bisogni fondamentali: cibo, acqua, riparo. Ma va anche oltre. Influenza l’educazione e le questioni di genere. Per esempio, nelle famiglie, spesso è la giovane donna che deve alzarsi presto per andare a cercare acqua, anche a lunghe distanze. Questo tempo rubato impedisce a molte ragazze di frequentare la scuola.
Daniel ha vissuto anche l’altra faccia della crisi: quella dei rifiuti importati dall’Europa. Racconta come, grazie al commercio dell’usato, la sua famiglia abbia potuto permettergli di studiare. Ma ora vede anche il lato negativo: troppi prodotti di scarsa qualità, che si rompono presto e diventano rifiuti impossibili da smaltire.
“E allora, mi chiedo: perché non importiamo prodotti nuovi e durevoli, invece di essere il deposito dei rifiuti del mondo? Perché non cambiamo le regole del gioco?”
Daniel crede che sia tempo di costruire un nuovo modello, in cui il Ghana non sia più vittima, ma protagonista della propria rinascita.