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La sfida più grande come Head of Fundraising? Avere abbastanza fondi per i nostri progetti  

“Quando è stata l’ultima emergenza?”
“Molto recentemente, l’anno scorso ci sono state delle epidemie di malaria”

Nigus Simane è Head of Fundraising, responsabile della raccolta fondi, di ActionAid Etiopia, l’abbiamo incontrato nel nostro ufficio a Milano, grazie a una riunione tra colleghe e colleghi di vari Paesi della federazione ActionAid.  

Ne abbiamo approfittato per farci raccontare come sta andando la situazione nel suo Paese, perché quando in pochi mesi sei bambini perdono la vita per una malattia evitabile come la malaria, non possiamo restare a guardare.  


È successo tra maggio e dicembre 2024, nelle comunità di Semen Bench e Shey Bench, nel sud-ovest dell’Etiopia, dove lavoriamo da anni fianco a fianco con migliaia di famiglie. 

“L’Etiopia è un Paese molto popoloso, di 128 milioni di abitanti. Sono in molti purtroppo ad aver bisogno di aiuti umanitari”, ci spiega Nigus.  

In effetti, secondo i dati di ActionAid Etiopia, sono oltre 198.000 le persone che vivono in zone ad alto rischio, senza accesso a strumenti di prevenzione o cure tempestive. L’epidemia, alimentata anche dalla crisi climatica, ha colpito duramente chi era già in una condizione di vulnerabilità.  

La nostra risposta ha previsto visite casa per casa a oltre 7.500 famiglie, test diagnostici rapidi, la fornitura di cure immediate per i 520 casi positivi riscontrati e la distribuzione di oltre 7.000 zanzariere trattate con insetticida. 

“Ci siamo focalizzati sul cercare di raccogliere più fondi, per far fronte all’emergenza malaria”, prosegue Nigus “inoltre stiamo cercando di mobilitare le comunità locali lavorando su sensibilizzazione e prevenzione. Spieghiamo cosa sta succedendo, quali sono i rischi per i bambini, sosteniamo gli ambulatori locali distribuendo quanto serve per prendersi cura delle persone”.  

Tutta l’azione è stata guidata da giovani donne formate come Agenti di Salute e Facilitatrici Comunitarie, che hanno mobilitato le comunità locali, educato le famiglie e garantito la sicurezza dei più vulnerabili. È uno dei nostri impegni: nelle emergenze mettiamo le donne al centro, facciamo sì che anche in situazioni di difficoltà ci siano occasioni di empowerment femminile.  

Nigus ci ricorda anche l’importanza del dialogo con le istituzioni:  

“Un altro ambito di lavoro è poi fare advocacy sul Governo, affinché si occupi correttamente della situazione”.  

Nigus | ActionaAid

“Oltre all’emergenza malaria, abbiamo in generale persone che hanno bisogno di aiuti umanitari e di cibo, sia nel nord che nel sud. Su questo stiamo intervenendo con partner locali”.  

Le difficoltà non si limitano infatti a fronteggiare la malaria, chiediamo a Nigus di spiegarci meglio il contesto in cui i colleghi etiopi lavorano e quali progetti stanno portando avanti.  

“Ad esempio, stiamo aiutando le persone colpite da un’alluvione in Dasenech, a sud del fiume Omo. Stiamo inoltre lavorando con programmi dedicati alla fornitura di acqua potabile e di contrasto alla violenza di genere (WASH e GBV programmes) nell’area del Tigray, nelle regioni di Amhara e Oromia e nel Sud Ovest del Paese.”

Stiamo assistendo persone sopravvissute a violenza di genere e altre forme di violenza come i matrimoni precoci. Assistiamo queste ragazze e donne affinché abbiamo accesso a servizi medici, legali e psicosociali in modo che possano superare i loro traumi. Organizziamo anche gruppi di supporto dove le donne possano confrontarsi e venire a conoscenza dei servizi. Forniamo anche aiuti economici diretti a coloro che hanno subito violenza maschile di modo che possano affrontare le loro necessità più urgenti. Ad esempio, aiutandole a dare vita a piccole attività.  

Lavoriamo su questi progetti con un partner locale, un’associazione a guida femminile che è molto radicata”.  

“Stiamo fronteggiando molte crisi, principalmente dovute al cambiamento climatico. Pensiamo che il numero di persone che avranno bisogno di aiuti umanitari aumenteranno. Anche se il Governo e le organizzazioni internazionali stanno cercando di fare il possibile, il trend globale indica una diminuzione degli aiuti e opportunità di ricevere grandi donazioni. Per noi la sfida quindi sarà rispondere a queste emergenze con pochi fondi”. 

Il “motto” dello staff è in tutto il mondo “Once an ActionAider, always an ActionAider”. Un modo per dire che il nostro lavoro ci lascia addosso ricordi importanti ed esperienze condivise.  

Chiediamo a Nigus il suo ricordo più significativo.  

“Sono entrato in ActionAid nel 2019. Direi che per me è stato un grande viaggio fino adesso. Come Head of Fundraising mi sento felice quando siamo in grado di supportare comunità, ragazze e donne che hanno subito violenza, quando supportiamo le persone a superare situazioni difficili. Siamo stati in grado di aiutare milioni di persone in questi anni e migliaia di ragazze e donne che sono sempre le prime vittime nelle società patriarcali. Quindi quando vado sul campo e vedo che i nostri progetti stanno cambiando la vita di queste donne, mi sento felice e fiero.” 

Photocredit: Cartacarbone

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