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I giovani lasciati soli tra stereotipi e giudizi

Il nuovo anno scolastico ricomincia, ma resta ancora inascoltata la richiesta dei giovani di una vera educazione alla sessualità e all’affettività in classe.  

Come evidenzia la nostra ricerca “Affettività e stereotipi di genere. Come gli adolescenti vivono relazioni, genere e identità”, condotta da Webboh Lab su un campione di adolescenti tra i 14 e i 19 anni e finanziata attraverso i fondi 8×1000 dell’Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai, i giovani e le giovani chiedono con forza che la scuola offra momenti di informazione, riflessione e scambio guidati da esperti indipendenti (educatori, psicologi, medici, etc.) su temi come il consenso, il piacere, su come costruire relazioni positive e su identità e orientamenti. Un’educazione, dunque, che non si soffermi solo sul funzionamento del corpo, ma che li aiuti a stare bene con sé stessi e con gli altri. 

Le giovani e i giovani si trovano infatti sempre più soli ad affrontare aspettative sociali rigide, etichette di genere e le pressioni che arrivano dai social: otto su dieci dichiarano di non sentirsi a proprio agio nel proprio corpo, più della metà racconta di aver cambiato il proprio modo di vestire per timore delle critiche, sei su dieci raccontano di aver subito prese in giro o provocazioni legate a peso, altezza, colore della pelle o capelli 

Gli stereotipi pesano ancora moltissimo: il 93% dei ragazzi e delle ragazze intervistate sente ancora dire che esistono “cose da maschi” e “cose da femmine” e otto su dieci hanno dichiarato di ricevere spesso commenti su come “dovrebbero” comportarsi in base al genere.  

Allo stesso tempo cresce il senso critico: le giovani e i giovani riconoscono che i modelli proposti online sono irrealistici e chiedono più spazi sicuri di confronto. 

“Le ragazze e i ragazzi non solo ci parlano con grande consapevolezza di una società sessista e discriminante, ma anche di quanto il giudizio e stereotipi provochino disagio e malessere psicologico: un campanello d’allarme considerata la fragilità in questa fase delicata di crescita e di scoperta” spiega Maria Sole Piccioli, nostra Responsabile Education .
“Ancora una volta torniamo sui banchi di scuola, senza una riforma organica che introduca l’educazione alla sessualità e all’affettività nelle scuole.
Questo Governo e il Ministro Valditara rispondono in modo discontinuo o inopportuno alle richieste di studenti, docenti e società civile, applicando una lettura di genere binaria e strutturando dei passi indietro su questi temi nell’ambito di alcune proposte politiche, come ad esempio il recente decreto sul consenso informato preventivo dei genitori e l’esclusione di infanzia e primaria da programmi didattici sull’educazione sessuale e affettiva, questioni pedagogicamente inscindibili tra loro.” 

Leggi la sintesi della ricerca “Affettività e stereotipi di genere. Come gli adolescenti vivono relazioni, genere e identità”.

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