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È online il rapporto di valutazione 

Ne è un esempio Milano dove nel 2019, per effetto delle mobilitazioni della società civile, il Consiglio comunale ha approvato la mozione “dichiarazione di emergenza climatica e ambientale” che impegna il Sindaco, la Giunta e il Consiglio stesso a “intensificare il coinvolgimento attivo di cittadini e associazioni nel processo di individuazione delle criticità ambientali e nella loro soluzione”. Da allora, l’amministrazione ha intrapreso un percorso che nel 2022 ha portato all’Assemblea Permanente dei Cittadini sul Clima di Milano, parte dell’ambito 5 del Piano Aria Clima della città.   

Cinque anni fa l’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (OCSE) usò l’espressione “ondata deliberativa” per raccontare la crescente diffusione delle assemblee deliberative, un istituto innovativo che nelle sue promesse vuole restituire potere decisionale alla cittadinanza. Negli anni si sono svolti processi deliberativi in molti Paesi su temi diversi e a tutti i livelli di governo, dal locale al sovranazionale; in Italia si stanno diffondendo a livello locale con una specifica attenzione alla crisi climatica. 

ActionAid con l’Osservatorio italiano delle Assemblee cittadine, seguendo il metodo utilizzato con l’Assemblea dei cittadini per il clima di Bologna, hanno  avuto modo di monitorare e valutare i lavori dell’Assemblea Permanente dei Cittadini per il clima di Milano del 2024

Le “assemblee deliberative” sono un metodo, basato sulla teoria della democrazia deliberativa, che vede un campione rappresentativo di cittadine e cittadini estratto a sorte discutere e valutare questioni sociali o politiche con lo scopo di formulare raccomandazioni e proposte ai decisori politici.  Alcuni ingredienti essenziali della ricetta dell’assemblea deliberativa ci aiutano a comprendere meglio: 

  • Le assemblee sono costituite da “mini-pubblici”, ossia gruppi di cittadine e cittadini che rappresentano la diversità sociale del contesto di riferimento; 
  • Le persone vengono adeguatamente informate sul tema dell’Assemblea, ascoltando diversi punti di vista, per valutare i pro e i contro dei   contenuti; 
  • Le e i partecipanti dialogano tra loro sulle opzioni per arrivare a delle scelte e producono delle raccomandazioni o proposte;   
  • le proposte su cui c’è un consenso unanime o una maggioranza qualificata vengono presentate al decisore pubblico. 

L’Assemblea Permanente dei Cittadini sul Clima di Milano è composta da 90 cittadine e cittadini estratti a sorte in rappresentanza della popolazione della città e accompagna la realizzazione e la valutazione delle azioni del Comune in materia di clima.  

Le cittadine e i cittadini vengono selezionati tramite sorteggio annuale da un campione di 10.000 residenti a Milano con un’età maggiore di 16 anni. Le persone selezionate ricevono un invito personale e per aderire compilano un questionario dove fornire informazioni demografiche e opinioni. Tra le persone aderenti viene fatta un’ultima estrazione a sorte con cui si selezionano 90 membri effettivi e 20 membri sostitutivi, utili a coprire eventuali abbandoni e a mantenere la rappresentatività dell’Assemblea

Chi diventa partecipante   segue un percorso che combina sessioni di informazione e gruppi di lavoro sui temi scelti annualmente dal Comune di Milano. Nella sua fase finale, una volta elaborate le raccomandazioni e le proposte, queste vengono votate dal gruppo partecipante. Quelle che raggiungono almeno due terzi dei voti favorevoli entrano a far parte nel report annuale dei lavori e il Comune, a distanza di qualche mese, si impegna a dare una risposta sulla ricezione e l’eventuale attuazione

Assemblea Permanente dei Cittadini sul Clima di Milano    | ActionaAid

Il rapporto di ActionAid e dell’Osservatorio italiano delle Assemblee cittadine descrive il percorso e la normativa di riferimento che ha portato all’istituzione e alla regolamentazione dell’Assemblea Permanente dei Cittadini sul Clima di Milano, per poi ricostruire e analizzare le fasi in cui il processo si è articolato attraverso questionari, osservazioni dirette, interviste e studio dei documenti messi a disposizione.  

L’esperienza milanese nel complesso è stata valutata positivamente da parte delle e dei partecipanti e il rapporto “uno a uno” tra lo staff organizzatore e chi ha partecipato ha dimostrato essere un approccio utile a raccogliere esigenze specifiche a cui rispondere in modo personalizzato. L’Assemblea di Milano è un caso peculiare, perché permanente fino al 2030 e ciò appare coerente con l’obiettivo di accompagnare l’attuazione del Piano Aria Clima, anch’esso in vigore fino al 2030. La ciclicità annuale infine permette di migliorare il processo attraverso meccanismi di feedback. 

 Il rapporto mette in evidenza anche aree di miglioramento: il bilanciamento della presenza di stakeholder interni ed esterni durante le fasi di informazione; il tempo a disposizione nelle fasi e la comunicazione dell’Assemblea stessa verso l’esterno. 

L’ondata deliberativa non ha toccato solo Milano e, oltre all’esperienza bolognese, negli ultimi anni si sono svolte assemblee deliberative sul clima o percorsi sperimentali anche a Firenze, Trento, Bolzano e Parma. Al crescente interesse per la democrazia deliberativa va accompagnata una attività di monitoraggio e valutazione, condotta da soggetti terzi e indipendenti, con lo scopo di evidenziare punti di forza e aree di miglioramento per innescare processi di apprendimento. 

Le assemblee deliberative sono un istituto innovativo e in quanto tale vanno analizzate per cogliere tutte quelle particolarità utili a comprenderne le reali potenzialità.  

Ogni persona dovrebbe avere la possibilità di contribuire alle scelte pubbliche, nella pratica però ciò non avviene a causa di ostacoli strutturali o barriere dovute, ad esempio, alla condizione socioeconomica, all’area geografica di residenza o di provenienza, o alle condizioni di salute o disabilità. Attraverso il campionamento o la selezione di un gruppo rappresentativo, la democrazia deliberativa dovrebbe ridurre questi divari di partecipazione. 

Assemblea Permanente dei Cittadini sul Clima di Milano    | ActionaAid

Il progetto di ricerca iDEMInnovative and Inclusive Democratic Spaces for Deliberation and Participation, finanziato dal programma europeo Horizon Europe, con un consorzio di 12 partner si pone l’obiettivo di rendere più inclusive le nostre democrazie. Dall’analisi della letteratura accademica e delle esperienze deliberative in Italia, stiamo valutando l’inclusività di questi processi per riflettere sulle cause   che limitano o impediscono la partecipazione e quali misure possono essere adottate per rendere gli spazi democratici più accessibili a tutte e tutti. Ciò che impareremo sarà fonte di ispirazione per il caso d’uso che svolgeremo nel 2026 dove verranno coinvolte in un percorso deliberativo persone con disabilità intellettive e con background migratorio che affrontano barriere linguistiche. Con il nostro lavoro e progetti come iDEM portiamo il nostro contributo affinché i processi partecipativi siano più aperti, permettendo a sempre più persone di influenzare le decisioni pubbliche. 

N.B. Per rispetto della parità di genere, il testo usa articoli e preposizioni prima al femminile e poi al maschile, mentre nella maggior parte dei casi, in particolare quando si fa riferimento alla normativa del Comune di Milano, sostantivi e aggettivi per brevità vengono declinati solo al maschile.
Rainer Maria Baratti
Collaboratore Programma Risk Management Unità Resilience

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