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Un nuovo modo di costruire servizi pubblici con chi li vive ogni giorno

Come possiamo migliorare la qualità della vita delle persone, specie di quelle più fragili, mettendo al centro la partecipazione e la collaborazione tra comunità e istituzioni? È questa la domanda a cui proviamo a rispondere con la nostra nuova pubblicazione “Welfare di Comunità e Amministrazione Condivisa”, frutto di un impegno collettivo portato avanti da un gruppo di lavoro interdipartimentale e costruito negli anni attraverso il confronto con numerose realtà del territorio. 

Il welfare di comunità è un modo nuovo e concreto per migliorare i servizi pubblici, mettendo al centro la collaborazione tra cittadini, associazioni e istituzioni. 

Non si tratta di un modo per sostituire i servizi pubblici, ma per affiancarli e rafforzarli, coinvolgendo cittadini/e, associazioni e beneficiari/e dei servizi stessi in un’azione comune finalizzata a garantire a tutte e tutti l’accesso ai diritti fondamentali.  

Questo approccio si basa sull’amministrazione condivisa, un modello che permette di costruire insieme – attraverso strumenti come i patti di collaborazione, le convenzioni o i patti educativi – soluzioni utili e sostenibili. Il risultato? Un ecosistema fatto di alleanze tra pubblico e privato per garantire diritti, inclusione e qualità della vita, soprattutto a chi rischia di restare indietro. 

La pubblicazione offre un quadro completo di principi, norme e strategie utili per attivare percorsi di welfare comunitario. In particolare, vengono descritte le tre fasi fondamentali di attivazione di un processo di questo tipo: l’analisi intersezionale dei bisogni di un territorio, la progettazione partecipata di servizi rispondenti ai bisogni rilevati e la gestione condivisa dei servizi attivati. 

Il testo sintetizza anche gli strumenti amministrativi che si possono utilizzare per attuare il welfare di comunità e gli elementi fondamentali che ogni percorso di questo tipo deve includere in base al nostro approccio. Infine, in appendice viene riportato un quadro esauriente delle normative che disciplinano la materia e un documento di policy dove sono suggeriti cambiamenti normativi possibili per rendere i processi di welfare comunitario maggiormente applicabili.  

Nella pubblicazione vengono inoltre raccontate cinque esperienze realizzate da noi di ActionAid in questo ambito che mostrano in modo concreto come il cambiamento sia possibile: 

  1. Cambia Terra – In Puglia, Calabria e Basilicata, lavoratrici agricole migranti hanno coprogettato insieme ad una rete di associazioni e amministrazioni nuovi servizi per conciliare lavoro e vita familiare, contrastare lo sfruttamento e rafforzare l’accesso ai diritti. 
  1. Rete solidale per l’abitare a Bari – Un Patto di Collaborazione ha unito Comune, organizzazioni sociali e cittadini per garantire un abitare inclusivo, attraverso servizi di mediazione, orientamento e sensibilizzazione rivolti a persone migranti e rifugiate. 
  1. Spazio Baroni85 a Milano – Un ex stabile Aler è diventato un luogo di comunità con servizi di supporto scolastico, laboratori creativi e attività per il quartiere, gestito in maniera condivisa da cittadini, associazioni e istituzioni. 
  1. Progetto R.E.T.I. nel Centro Italia – Nelle aree colpite dal sisma del 2016 è stata attivata una collaborazione tra Actionaid e i servizi sociali per facilitare l’accesso ai servizi e rafforzare la coesione sociale, con il coinvolgimento diretto delle comunità locali. 
  1. Patti Educativi di Comunità – In diverse città italiane, ActionAid ha sostenuto la creazione di alleanze educative tra scuole, famiglie, associazioni e territori per contrastare la dispersione scolastica e valorizzare le potenzialità dei giovani. 

Pur senza avere la pretesa di creare uno schema rigido a cui ogni percorso di questo tipo si debba attenere, il documento “Welfare di Comunità e Amministrazione Condivisa” è comunque uno strumento ricco di spunti, indicazioni e strategie per chiunque sia interessato a costruire servizi pubblici più collaborativi e accessibili basati sul nostro approccio partecipativo.  

Marco Polvani
Expert Resilience Unit

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