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Un percorso per ritrovare sé stesse, insieme 

Identità, fiducia, cura di sé e degli altri: sono questi i pilastri su cui si fonda Global House – Articolo T.R.E delle Donne, progetto che abbiamo promosso grazie al sostegno del trust Nel nome della donna. Un percorso di riattivazione e riscoperta personale rivolto alle donne, nato e sviluppato a Napoli con l’obiettivo di rimettere al centro le loro storie, i loro diritti, i loro bisogni. 

Il progetto ha coinvolto circa 150 donne, prevalentemente di età compresa tra i 48 e i 68 anni, raggiunte attraverso il Polo di Ascolto Attivo, aperto ogni martedì presso gli uffici di ActionAid Napoli, una rete di laboratori territoriali e uno sportello itinerante di ascolto, attivato presso i Centri Provinciali di Istruzione per Adulti con l’obiettivo di raggiungere anche aree meno centrali e con meno servizi. 

Abbiamo costruito uno spazio umano sicuro, un punto di riferimento dove le partecipanti hanno potuto incontrare un’équipe multidisciplinare in grado di offrire supporto psicologico, orientamento legale e altri strumenti concreti per ritrovare fiducia e soddisfazione nei propri desideri e nelle proprie capacità. 

Global House apre una nuova area di intervento per ActionAid Napoli, che da anni opera sul territorio concentrandosi principalmente sul sostegno a cittadini e donne con background migratorio. Questo progetto amplia infatti il raggio d’azione includendo nuove soggettività e bisogni emergenti. 

Per comprendere a fondo le esigenze del territorio, nel quadro del progetto – anche attraverso un servizio di sportello itinerante – è stata condotta una ricerca sociodemografica che ha fatto emergere tre grandi aree di bisogno: 

  • Donne in età pensionabile, che vivono un disagio socio-relazionale e sentono il bisogno di rimettersi in gioco, ritrovare fiducia e solidarietà, in parte smarrite dopo la pandemia. 
  • Donne fuoriuscite da percorsi di violenza, desiderose di ricostruire la propria identità, valorizzare le proprie competenze – anche creative – e riconquistare autostima. 
  • Donne disorientate rispetto ai servizi territoriali, che necessitano di essere accompagnate nella costruzione di una rete sociale e istituzionale di supporto. 

“Attraverso il progetto ho ritrovato me stessa, prima di tutto, che è la cosa più bella.” Racconta Sonia, una delle partecipanti, uscita da un percorso di violenza  “Sto abbandonando le mie paure, le mie insicurezze. Sono sempre stata abituata a pensare di non valere. Invece qui, al sicuro nella rete di sorellanza che si è creata nello spazio di Global House, mi sono sentita di nuovo in grado di abbracciare le mie passioni, come la scrittura. Di sentirmi viva.” 

“Mi sono avvicinata al progetto cercando un’opportunità di lavoro dopo aver perso il mio” racconta Ida “Ne esco con la consapevolezza dell’importanza di avere tempo da dedicare agli altri e a sé stessi. Non mi sento più sola: la mia storia si è intrecciata a quella delle altre donne e abbiamo deciso insieme di raccontarci in un testo cinematografico, che abbiamo iniziato a sviluppare nell’ambito del laboratorio di scrittura per il cinema attivato dal progetto.” 

“Ci sono alcune categorie di persone che molto più spesso vengono narrate, ma non si narrano. Vengono raccontate da qualcun altro.”  ha sottolineato l’attivista e scrittrice Claudia Fauzia durante l’evento Margini che uniscono, realizzato nel quadro del progetto in collaborazione con la Cooperativa Sociale Le Lazzarelle “Quando riusciamo a far incontrare le marginalità e farle diventare il nostro punto di forza, sfidiamo le regole del centro. 
Sfidare quella narrazione significa rovesciarla, dare spazio alla nostra voce. Non per sovrastare le altre, ma per affermare il diritto di esistere nello scenario comune.” 

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