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Corno d’Africa: 36 milioni di persone a rischio | ActionAid Corno d’Africa: 36 milioni di persone a rischio | ActionAid

Corno d’Africa: 36 milioni di persone a rischio

Siccità, piogge irregolari e raccolti falliti. Tre Paesi soffrono la fame.

Crisi umanitaria

È la regione più colpita dalla siccità negli ultimi decenni. In Corno d’Africa la situazione non migliora.

Sono i raccolti falliti a causa di siccità e piogge irregolari a trascinare Etiopia, Kenya e Somalia in una crisi umanitaria che non accenna a risolversi, e che aveva visto un peggioramento a causa degli effetti sui prezzi degli alimenti della guerra in Ucraina.

Dunque sono necessari finanziamenti urgenti, di qui il nostro appello in vista dell’incontro domani alla sede delle Nazioni Unito di New York.

Infatti Italia, Qatar, Regno Unito e Stati Uniti si vedranno per collaborare con i governi dei tre paesi coinvolti nella crisi umanitaria per trovare soluzioni.

Vogliamo sottolineare che non c’è tempo da perdere.

Salvare vite umane è la priorità

Noi di ActionAid chiediamo di intervenire per salvare la vita di milioni di donne e ragazze a rischio e di sostenere oltre 36 milioni di persone che soffrono la fame.

Da ricordare anche che le emissioni di carbonio dei Paesi ricchi sono responsabili della sitazuione disastrosa in cui versano milioni di famiglie dell’Africa Orientale.

Come non bastasse le misure di austerità che danno priorità al pagamento del debito in valuta estera non fanno che aggravare la crisi dell’area.

La comunità internazionale ha dunque la responsabilità di aumentare il proprio sostegno finanziario: laddove la priorità è salvare vite umane e aumentare la resilienza e la preparazione ai disastri, è necessario un finanziamento pluriennale che non dovrebbe essere ritardato. Senza questi finanziamenti vitali, la situazione umanitaria nella regione si aggraverà a spese proprio di quanti sono meno responsabili della crisi climatica.   

Tinebeb Berhane, Direttrice di ActionAid Etiopia, ha dichiarato: "Abbiamo a che fare con una crisi multiforme in Etiopia e in Africa orientale. Le nostre donne e i nostri bambini, in particolare le ragazze, sono colpiti in modo sproporzionato da questa devastante siccità, la peggiore a cui abbiamo assistito nella storia. Questa discussione ad alto livello dovrebbe portare a un cambiamento reale, cioè a un impegno sostanziale che riconosca i terribili bisogni umanitari di milioni di persone in tutto il Corno d'Africa".

Siccità ricorrenti, fenomeni imprevedibili, piogge irregolari sono il risultato della crisi climatica.

A causa di questa situazione le persone si muovono, sfollando o migrando forzatamente. Fame, scarsità d’acqua, malnutrizione e povertà sono in aumento in molti Paesi del mondo infatti.

Sia in Kenya che in Somaliland ed Etiopia la diffusa mancanza di raccolti e la morte del bestiame, hanno spinto le famiglie a vendere i pochi beni rimasti a prezzi molto bassi e ad abbandonare le proprie case. Inoltre, nelle crisi climatiche (e in generale in tutte le crisi umanitarie) sono le donne e le ragazze a farne le spese, soprattutto quando lo sfollamento dovuto alla siccità aumenta il rischio di violenza sessuale e di genere, di lavoro di cura non retribuito e di accesso limitato o nullo all'assistenza sanitaria riproduttiva d'emergenza.   

Susan Otieno, Direttrice di ActionAid Kenya, ha dichiarato: "Quello a cui stiamo assistendo in Kenya come risultato diretto della siccità è un cataclisma. Il rischio di sfollamento e di violenza di genere aumenta con l'aggravarsi della siccità. È necessario trovare finanziamenti immediati e soluzioni a lungo termine per porre fine alle sofferenze indotte dal clima. Ho visto di persona come le donne e le ragazze possono trasformare le loro comunità, quando ne hanno l'opportunità. Questa opportunità deve arrivare adesso. Dobbiamo investire nella leadership delle donne e dei giovani, prima, durante e dopo una crisi". 

 

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