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Sentenza consulta su iscrizione anagrafica dei richiedenti asilo.

ActionAid: riconosciuti i diritti e possibilità reale di cambiare i decreti sicurezza.

È una vittoria doppiamente importante la sentenza della Corte costituzionale che ieri ha dichiarato incostituzionale la preclusione dell’iscrizione anagrafica degli stranieri richiedenti asilo contenuta nel primo “Decreto sicurezza” (dl n. 113 del 2018). In due anni le e i richiedenti asilo, nella maggior parte dei territori, sono stati illegittimamente esclusi di fatto dall’accesso ai servizi.

Subito dopo l’entrata in vigore del Decreto Sicurezza, ActionAid, ASGI, insieme ai sindaci di Crema, Siracusa e Palermo hanno promosso l’appello #Dirittincomune per garantire il diritto all’iscrizione anagrafica dei richiedenti asilo e favorire l’accesso ai diritti essenziali come l’istruzione, la salute, le prestazioni sociali. L’appello è stato sottoscritto da diverse amministrazioni locali. Pur salutando con favore dunque la fondamentale decisione della Corte, non possiamo non rammaricarci del fatto che ancora una volta in materia di politiche migratorie, la giustizia è arrivata prima di governo e Parlamento.

I diritti fino ad oggi negati connessi alla iscrizione anagrafica e al conseguente rilascio della carta di identità saranno ora accessibili anche ai richiedenti asilo, in ogni Comune. Dispiegando iniziative molteplici e diversificate – campagne di mobilitazione, iniziative con i Comuni, azioni giudiziali – è realisticamente possibile raggiungere l’obiettivo perseguito e dare slancio all’azione di contrasto ai decreti sicurezza nel loro complesso. Non è solo necessario ma è anche realmente possibile che i decreti sicurezza possano essere messi integralmente in discussione e superati.

“La sentenza è un avanzamento ed è il segno che l’attività di tutela delle e dei cittadini stranieri non è soltanto testimonianza: è possibile vincere! Dispiegando iniziative molteplici e diversificate – compagne di mobilitazione, iniziative con i Comuni, azioni giudiziali – è realisticamente possibile raggiungere l’obiettivo perseguito e dare slancio all’azione di contrasto ai Decreti sicurezza nel loro complesso.  Non è solo necessario ma è anche realmente possibile che i Decreti sicurezza possano essere messi integralmente in discussione e superati” spiega Francesco Ferri, Programma Migration ActionAid Italia.

La Sindaca di Crema Stefania Bonaldi dichiara: “Ho preso molto sul serio il giuramento sulla Costituzione fatto come sindaca a inizio mandato.  Che obbliga a tenere la nostra Carta come bussola nel quotidiano agire. Questo non poteva non fare emergere immediatamente l'incostituzionalità di una norma assurda, contraddittoria e anche moralmente inaccettabile. Il pronunciamento della Consulta non ci sorprende ma ci rincuora, aiuta a lenire le amarezze di una battaglia condotta in solitudine, purtroppo nel Paese i sindaci che hanno osato sfidare i decreti sicurezza si sono contati col lumicino. Al contrario l'impegno di ActionAid, sempre in trincea nella difesa dei diritti è stato limpido e commovente, e come sindaca, saperla al mio fianco è stato un onore.”

Il Sindaco Siracusa Francesco Italia dichiara: “La Corte Costituzionale conferma quanto da noi affermato fin da subito nei confronti dei decreti sicurezza e rappresenta la vittoria del diritto contro l’irrazionalità del populismo sovranista”.

L’azione sviluppata con i sindaci, che hanno scelto di interpretare la normativa alla luce della Costituzione e di garantire il diritto alla residenza per i richiedenti asilo, ha segnato un importante momento di collaborazione tra organizzazioni solidali, non governative e amministratori locali. L’azione dei sindaci ha di fatto anticipato la decisione della Consulta e ha garantito la continuità dell’iscrizione anagrafica e dell’accesso ai diritti nei fatti connessi.

Alberto Guariso, Avvocato ASGI, dichiara: “Dal comunicato dell’ufficio stampa della Corte Costituzionale si apprende che la decisione è basata sull’art. 3 della Costituzione quindi sulla violazione del principio di uguaglianza, secondo il quale ogni differenza deve essere retta da una ragionevole motivazione: il divieto di iscrizione era invece animato dal solo intento ideologico che regge tutte le norme del decreto sicurezza ma non aveva alcuna motivazione ragionevole, essendo inutile e dannoso persino per i comuni, come ha sostenuto in giudizio lo stesso Comune di Milano. Ma la decisione è importante soprattutto perché implicitamente riconosce che  gli obblighi di protezione dello Stato si estendono alla fase della richiesta di asilo; chi fugge dalla Libia non è un migrante di serie B fino alla decisione della Commissione o del Giudice; è un soggetto con pieno diritto al soggiorno regolare fino a che non ci sarà la decisione sulla sua richiesta, quindi ha diritto di essere considerato al pari di tutti gli altri stranieri regolarmente soggiornanti. E tra i suoi diritti rientra anche quello di essere riconosciuto pienamente parte di una comunità locale e dunque anche il diritto/dovere di “farsi riconoscere” ed essere riconosciuto, mediante l’iscrizione nell’elenco di coloro che di quella comunità fanno parte”.

 

Per informazioni:
Dipartimento Comunicazione ActionAid Italia

Paola Amicucci +39.3457549218 – [email protected]
Daniela Biffi  +39 3472613441 - [email protected]
Alice Grecchi +39.3395030480 – [email protected]

 

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