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Ancora lontani dall’obiettivo Fame Zero  

Ad alimentare questi numeri concorrono fattori interconnessi come le crisi climatiche e i conflitti armati

Nel 2024, tra 638 e 720 milioni di persone – pari al 7,8-8,8% della popolazione mondiale – hanno sofferto la fame. È quanto emerge dalle ultime stime della FAO, che certificano la distanza dall’obiettivo di Fame Zero entro il 2030. Le regioni più colpite restano l’Africa (307 milioni di persone denutrite) e l’Asia (323 milioni), seguite dall’America Latina e Caraibi (34 milioni). Ad alimentare questi numeri concorrono fattori interconnessi: crisi climatiche, conflitti armati come quello a Gaza, impennata dei prezzi alimentari e persistente inflazione interna in molti Paesi.  

Non va meglio per quanto riguarda l’insicurezza alimentare moderata o grave: nel 2024 ne sono colpite circa 2,3 miliardi di persone, pari al 28% della popolazione mondiale, e di queste 828 milioni non hanno accesso regolare nemmeno al cibo essenziale. In Italia, secondo l’analisi di ActionAid presentata nel rapporto “Fragili Equilibri”, l’insicurezza alimentare moderata o grave ha interessato il 3,6% della popolazione, circa 1,8 milioni di persone (dati 2023). Ma il quadro potrebbe essere ancora più grave.   

Secondo la FAO, nel 2024 una dieta sana in Italia costa in media 4,14 dollari al giorno (a parità di potere di acquisto) ma 4 milioni di italiani (6,7%) non riescono a permetterselo. In Europa e Nord America il costo è di 4,02 dollari, ma la percentuale di chi non può permetterselo è del 5,3% in Europa e del 4,3% in Nord America. In parallelo, i dati ISTAT analizzati da ActionAid nel rapporto Fragili Equilibri mostrano che nel 2023 ben il 15,6% delle famiglie italiane ha speso per l’alimentazione meno della media nazionale, una condizione considerata a rischio di povertà alimentare, con disuguaglianze profonde in tutto il territorio nazionale.  

“L’obiettivo Fame Zero a livello globale è un traguardo lontano per molteplici fattori. Sebbene con intensità diversa rispetto ai contesti più colpiti, l’insicurezza alimentare è presente anche in Italia e, senza interventi strutturali – come accesso universale alle mense scolastiche, redditi dignitosi e contesti in cui il cibo di qualità sia accessibile a tutti – il rischio di mancare il traguardo è concreto. Così, la promessa contenuta nell’Agenda 2030 rischia di restare vuota, tanto a livello globale quanto in Italia. È il momento di riconoscere che la povertà alimentare è una questione politica che richiede di intervenire nelle cause strutturali del problema” dichiara Roberto Sensi, Responsabile programma povertà alimentare di ActionAid Italia. 

Link al report Fragili Equilibri.

 


Per informazioni:      
Ufficio Stampa ActionAid Italia      

Alice Grecchi +393395030480 [email protected] 
Claudia Bruno +393311336562  [email protected]   

Photocredit social: Stefano Pavesi/contrasto. 

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